Cultura Bologna
copertina di Catholic Girl | January 1 | As We Wait
dal 2 feb al 30 apr 2024 @ L'Artiere bookshop

Catholic Girl | January 1 | As We Wait

personale di Andrea Modica

Catholic Girl

La mia speranza per ogni giovane studente di fotografia è che arrivi un momento in cui il bisogno di fare il lavoro superi il desiderio di riuscire a scuola. Questo è successo per me quando ero alla scuola di specializzazione nel 1984. Assimilo questo momento come quello di un primo bacio; hai solo una possibilità, e con un po' di fortuna non viene sprecata.

Dopo il servizio commemorativo di Garry Winogrand in marzo di quell'anno e una strana tempesta di neve a New York in quella calda giornata primaverile, presi la metropolitana RR verso Bay Ridge, Brooklyn, per visitare il mio insegnante delle superiori, l'artista Len Bellinger. Come al solito, avevo la mia macchina fotografica 8X10 con il treppiede che penzolava di lato. Essendo una studente diligente, colsi l'occasione per fotografare nella mia ex scuola, una scuola superiore per ragazze in gran parte italo-americana e cattolica. Fui immediatamente colpita da un’ondata di riconoscimento e terrore. Tornai a fare foto molte volte nei mesi successivi, sapendo intuitivamente che c'era qualcosa di importante da svelare per me. Solo pochi anni prima, tra queste mura, avevo vissuto la mia vita da adolescente, un periodo di intensa gioia e dolore insondabile. Senza esitazione, quel giorno di primavera, mi lanciai giù dalla scogliera. Ero innamorata.

Questo libro include il lavoro a Brooklyn, così come le fotografie scattate in quel periodo in due scuole cattoliche femminili di New Haven. Tutto il lavoro è realizzato con una macchina fotografica 8X10 e stampato in platino palladium, una pratica che continuo ancora oggi. Evidente è l'influenza dei fotografi il cui lavoro stavo divorando, in particolare August Sander e Diane Arbus. I semi dei miei progetti futuri sono tutti in questo libro. Con “Catolic Girl” ho avviato un'ossessiva abitudine lavorativa che potrei non augurare a nessuno a cui tengo. Guardando indietro in questi quarant'anni, non credo di aver avuto molta scelta. Rimango molto grata a tutti coloro che mi hanno sostenuto attraverso i decenni, comprese le incredibili ragazze che generosamente offrirono il loro tempo per essere fotografate nel 1984.

Andrea Modica


January 1

Ogni primo dell'anno a Philadelphia, festaioli da tutta la città convergono a South Philadelphia per qualcosa che a volte assomiglia a una parata ben coreografata di artisti altamente qualificati e altre volte è più una folla sconclusionata di uomini felici, ubriachi, (principalmente) in costume. Questi sono i Mummers di Philadelphia. L'evento è una fusione di tradizioni culturali che si è evoluta nei quartieri operaî per oltre 300 anni. Iniziando come piccoli gruppi informali sparsi per la città, la parata odierna include divisioni di performance riconosciute e club organizzati che competono all'interno di tali divisioni. Il gruppo rappresentato da questa raccolta di fotografie sono i Wenches, una sottofamiglia della divisione Comic, che si attiene più da vicino al passato anarchico e disinvolto dei Mummers. Le Wenches, tutte maschili, indossano abiti femminili, compresi vestiti, biancheria intima, borse, parasole, parrucche, trucco e scarpe dorate, in omaggio all'iconica canzone di Mummery, "Oh, Dem Golden SIippers". La tradizione delle Wenches, e spesso gli stessi vestiti, passano da una generazione all'altra, con alcuni gruppi che includono tutti i membri maschili di una famiglia, dai ragazzi giovani ai bisnonni.

Come tanti club e squadre, questo gruppo incarna una mistica maschile, una contraddizione di inclusione ed esclusione che ha alimentato la mia attenzione oltre l'estetica della parata. Come donna e fotografa, mi sono unita alle festività nel miglior modo possibile. Con un banco ottico 8X10, ho momentaneamente tolto i Wenches dal loro sogno e li ho fotografati, isolati, a pochi passi dalla parata.

Tutte le fotografie sono state scattate il 1° gennaio 2009-2018 a South Philadelphia: un progetto di 10 giorni, 10 anni."

Andrea Modica


As We Wait

Andrea Modica lavora con l'amore sensuale come base, ma allineato a un'oscurità pervasiva, tanto che può colorare i tuoi sogni.

Il lavoro non è senza speranza ma senza respiro, come se ci fosse una garza atmosferica posta sulla laringe in modo che il respiro debba essere ammorbidito, fatto in silenzio in modo che camminare sulla corda tesa tra una vita esaltata e una morte sensuale debba essere fatto senza emettere troppo rumore. Non devi emettere un suono troppo forte. L'equilibrio è così precario, così tattile, così assolutamente fragile che c'è il pericolo di far basculare la bilancia della mortalità sotto gli occhi di tutti.

Sorprendentemente, di tanto in tanto, c'è un'innocenza che galleggia sulla superficie del tuo cuore. Dal buio emerge un battito di raptus tenero. Non esattamente una folata non intenzionale sulla tavola, ma un delizioso faccia a faccia che tiene il lavoro in qualche equilibrio, informandoci che tra le profonde preoccupazioni della mortalità c'è un assortimento frizzante di impulsi che consente di sentire la vita come un tutt’uno. Come in un canto liturgico si è sospesi dentro la meraviglia insieme alla paura, dando a tutte le parti del lavoro credibilità e organizzando il suono, come se fosse sinfonico, piuttosto che solo un lamento ossessivo.

Larry Fink


Andrea Modica è nata nel 1960 a Brooklyn, New York, Stati Uniti, di nazionalità Americana viene da una famiglia di origini italiane.

E’ fotografa e docente di fotografia presso la Drexel University.

È nota per la fotografia ritrattistica e per l'uso della stampa al platino, realizzata con una macchina fotografica di grande formato 8"x10".

Modica è autrice di molte monografie, tra cui "Treadwell" (1996) e "Barbara" (2002).



VERNISSAGE: Venerdì 2 febbraio; dalle 18:30 alle 20:30

ART CITY NOTTE BIANCA: Sabato 3 febbraio; dalle 16:00 alle 00:00

Dal 2 febbraio al 30 aprile. Da mercoledì a sabato, dalle 15:00 alle 19:00.