Zabriskie Point
(Italia-USA/1970) di Michelangelo Antonioni (110')
Uno studente ribelle in fuga da un'accusa di omicidio e la giovane segretaria di un ricco uomo d'affari s'incontrano nel deserto e fanno l'amore. Lui viene ucciso dalla polizia, lei immagina la deflagrazione termonucleare della villa del boss, che si sbriciola al ralenti come i falsi miti del consumismo capitalista, in uno dei finali più metaforicamente allucinatori della storia del cinema. L'apocalisse dell'America e dell'occidente. "Forse il mio film è la storia di una ricerca, di un tentativo di liberazione, in un senso interiore e privato, ma a confronto con la realtà provocatoria dell'America intera" (Michelangelo Antonioni).
"Nel 1970 la Nuova Hollywood si trova a dover affrontare inconsciamente un dilemma: distinguersi dalla controcultura hippie degli anni Sessanta e fare in modo che un'altra Hollywood possa esistere e prosperare. È molto interessante perché nessuno allora poteva immaginare che la spinta rivoluzionaria degli anni Sessanta si sarebbe esaurita così rapidamente. Già a partire dal 1970 le questioni che avevano dominato il decennio precedente non avevano più alcun interesse o rilevanza. Molti dei film usciti nel 1970 erano stati girati nel 1969, eppure la rottura è netta in questo anno cerniera. Per esempio un soggetto che era stato al centro del dibattito pubblico era quello della radicalizzazione dei movimenti di protesta all'interno dei campus universitari: si fecero cinque film su questi movimenti, come Zabriskie Point. È successo che la maggior parte di quei film sono rapidamente caduti nell'oblio: a partire dal 1970 nessuno era più interessato a questo fenomeno che sembrava già datato. Ci furono anche molti film intorno alla figura di un uomo rispettabile che si fa corrompere da una hippie sfrenata: anche questa è una cosa che non interessa più a nessuno perché era già sorpassata nel 1970".
(Quentin Tarantino)
Lingua originale con sottotitoli
