Cultura Bologna
3 settembre 2021, 21:30 @ Arena Puccini

Volevo nascondermi

di Giorgio Diritti, Italia/2020, 120’ | Arena Puccini

Accadde domani
Volevo nascondermi
di Giorgio Diritti, Italia/2020, 120’
con Elio Germano, Oliver Ewy, Leonardo Carrozzo
Orso d’argento 2020 per il miglior attore, David di Donatello 2021 per il miglior film, il miglior regista, miglior attore protagonista, miglior autore della fotografia, miglior scenografo, miglior acconciatore, miglior suono
Serata promossa da BPER Banca


Toni, figlio di un’emigrante italiana, respinto in Italia dalla Svizzera dove ha trascorso un’infanzia e un’adolescenza difficili, vive per anni in una capanna sul Po senza mai cedere alla solitudine, al freddo e alla fame. L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati è l’occasione per avvicinarsi alla pittura e l’inizio di un riscatto: l’arte è il tramite per costruire la propria identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo. ‘El Tudesc’, come lo chiama la gente, uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato, diventa il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari, stando sulla sponda del fiume. Quella di Ligabue è una ‘favola’ in cui emerge la ricchezza della diversità e le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività.
 

“Con quattro film in 15 anni l'emiliano Giorgio Diritti ha definito meglio forse di chiunque in Italia la sua poetica. Calati in microcosmi remoti, percorsi da lingue e dialetti spesso impenetrabili, tutti i suoi lavori esplorano infatti il rapporto fra una comunità e un estraneo, un intruso, talvolta un nemico (i nazisti de L'uomo che verrà), destinato a mettere alla prova le forze che uniscono (o lacerano) quella comunità. Con una figura mitica come quella di Antonio Ligabue il rapporto sembra ribaltarsi. Fin dalla prima scena, quasi un calco da Elephant Man, con l'occhio del futuro artista che (ci) guarda nascosto dentro un sacco, al centro c'è il diverso, l'elemento di disturbo. Ma la dimensione comunitaria resta decisiva per questo allievo di Olmi che sa resuscitare come nessun altro mondi scomparsi o semplicemente invisibili. Articolato in blocchi narrativi indipendenti, il film ripercorre l'intera parabola del grande pittore mostrando tutto l'essenziale senza spiegare nulla. Ma cosa significa "essenziale"? Qui Diritti impone il suo metodo e il suo stile. Dalla terribile infanzia in Svizzera all'arrivo in Italia, appena 19enne e già respinto da tutti, o quasi tutti; dalla vita selvatica sugli argini del Po, come un Gollum della Bassa, alla consacrazione artistica; dai ricoveri in manicomio alla furia quasi sciamanica con cui Ligabue si immedesima negli amati animali dipinti, sullo schermo sfilano le stazioni di una vita diversa da tutte che tutte le comprende, malgrado traumi e privazioni. Per questo, con la prova semplicemente sovrumana di Elio Germano, è così importante il piccolo mondo che gli ruota intorno. L'amico scalpellino che lo protegge e quasi lo adotta; l'artista Mazzacurati che lo scopre e lo porta a Roma; il regista Raffaele Andreassi che gli dedica documentari decisivi. Per non parlare delle donne, che Ligabue brama ma non avrà mai, anche quando ormai è ricco e famoso. Tanto da iniziare a vestire lui stesso abiti femminili, per appropriarsi magicamente di ciò che gli è negato. Alla fine, grazie anche a un'ambientazione miracolosa per grazia e esattezza, non sappiamo più se è quel mondo a rivelarsi in Ligabue o viceversa. E questo, in un paese - un cinema - che della distruzione della memoria sembra aver fatto un dovere, è davvero un regalo."

Fabio Ferzetti, "L'Espresso"