14 aprile 2016, 17:30 @ Casa Carducci

Scrivere teatro nel regime. Giovacchino Forzano e la collaborazione con Mussolini

Elisabetta Graziosi e Marco Veglia presentano il libro di Marco Sterpos.

Il volume è dedicato a due autori che del teatro, nel ventennio fascista, furono certamente espressione significativa: il drammaturgo Giovacchino Forzano, e lo stesso Mussolini che, assai interessato al teatro, indusse Forzano a scrivere tre drammi insieme a lui. Ne nacque così la trilogia "eroica" formata da «Campo di maggio» (1930) sui cento giorni di Napoleone; «Villafranca», sul famoso episodio risorgimentale (1932) e «Giulio Cesare» (1939), dove l'«attenzione al tema dell'eroe solo e in difficoltà, spesso tradito dai suoi, ben più corrisponde alla problematica e alle esigenze di "immagine" del duce che alle consuete tematiche del Forzano». Sterpos lamenta come la grande maggioranza dei critici non abbia finora prestato vera attenzione a Forzano e, sulla scorta di due recenti monografie sul drammaturgo, le opere di C. Griffiths e di S. De Rosa, rivendica invece all'autore un importante ruolo nella storia dello spettacolo della la prima metà del Novecento. Riguardo ai rapporti del drammaturgo con Mussolini, Sterpos riconosce che a Forzano sia da imputare una fede cieca nel "duce", ma ritiene questa sorta di "religione mussoliniana" almeno sincera e disinteressata. Essa del resto non implicò mai un'adesione al partito fascista, al quale Forzano si iscrisse solo nel 1933 e per necessità, a tacere che molti atteggiamenti suoi furono in palese contrasto con la linea del PNF.