Réserve
Installazione
Tra gli elementi ossessivamente più ricorrenti nelle realizzazioni di Boltanski fin dagli anni Settanta compaiono abiti usati e dismessi che l'artista raccoglie e accumula con l’intento di riscattare dall'oblio i ricordi di cui essi sono portatori e tramutare così l'assenza che metonimicamente suggeriscono in una presenza intensa.
Seppure non in forma esplicita, questi lavori hanno spesso suggerito un'immediata associazione con l'Olocausto: fra le immagini più impressionanti che hanno documentato lo sterminio vi sono infatti quelli dei cumuli di abiti ed effetti personali di cui gli ebrei venivano sistematicamente spogliati. Tuttavia, l'uso del vestiario in Boltanski si apre ad altre interpretazioni, alludendo in senso più generale all'esistenza umana e al suo essere esposta ad un destino casuale ed indifferente.
Come spiega lo stesso artista: “Il vestito usato parla di qualcuno che era lì ma non c'è più. L'odore, le pieghe sono rimasti, ma non la persona. […] Cerco sempre di utilizzare abiti del nostro tempo, perché li si riconosca immediatamente come cose di oggi. Il vestito come immagine dell'assenza costituisce una delle letture principali di queste opere”.
Questi oggetti banali, prelevati dal loro contesto originario, conservano le tracce di un uso che ha conferito loro una fisionomia unica e inconfondibile continuando, nel loro documentare un passaggio dell'esistenza dei loro proprietari, a trasmettere un segnale di vita.
Per il progetto speciale Anime. Di luogo in luogo l'artista porta questo elemento in un luogo inusuale e sconosciuto a molti degli stessi cittadini bolognesi: l'ex bunker polveriera situata all'interno del Giardino Lunetta Gamberini. Dimenticata l'originaria funzione militare e caduto in disuso, lo spazio si è trasformato recentemente in bivacco della disperazione, luogo di riparo per extracomunitari e migranti, costretti a nascondersi in ambienti di fortuna e ancora impossibilitati a conoscere il significato della parola accoglienza.
A queste mute presenze Boltanski sceglie di ispirarsi per l'installazione Réserve che apre allo sguardo dello spettatore una quieta distesa formata da 500 chilogrammi di abiti disposti sul suolo e interamente ricoperti dalle coperte isotermiche di colore oro, utilizzate anche per l'opera Volver allestita nella mostra al MAMbo. Un deposito di oggetti che mostrano l’assenza del soggetto a cui appartenevano dopo un processo di smaterializzazione e perdita del corpo. Come suggerisce il titolo stesso dell'opera, il passato diventa una riserva dimenticata da cui attingere per la ricostruzione della soggettività individuale.
La disseminazione sul piano orizzontale di questi abiti indica un rovesciamento della dimensione antimonumentale tradizionalmente rappresentata dalla verticalità, suscitando negli osservatori un senso di pietas verso questo colorato e povero mare di resti in cui tragedia e speranza si mescolano.
a cura di Danilo Eccher
Orari di apertura:
27, 28 giugno h 18 – 22
dal 29 giugno al 16 settembre: giovedì, venerdì, sabato h 18 – 22
chiuso nella settimana dal 14 al 23 agosto
dal 22 settembre al 12 novembre: venerdì, sabato domenica h 14 -18
“Réserve” è uno degli eventi del progetto Anime. Di luogo in luogo che il Comune di Bologna dedica al grande artista francese Christian Boltanski da giugno a novembre 2017.
Durante l'estate, gli spazi antistanti all'ex polveriera saranno animati dalla compagnia teatrale Cantieri Meticci che ogni giovedì, dalle 18.00 alle 20.00, coinvolgerà il pubblico in un programma di attività alla scoperta della biografia e delle opere di questo straordinario artista (le attività saranno sospese il 17 e il 24 agosto).

