22 aprile 2015, 10:00 @ Scuola di Lettere e Beni Culturali

Requiem per 500.000: il ghetto di Varsavia 1939-1943

pellicola dalla collezione Gianfranco Moscati

Evento realizzato grazie al sostegno della Comunità Ebraica di Napoli e al contributo di Mr M. Kaplan.

A settant’anni di distanza dalla fine della guerra vi sono ancora molte storie da raccontare, ma quella del ghetto di Varsavia e del coraggio dei suoi abitanti, vanta alcuni documenti d’eccezione.

Requiem per 500.000 è una pellicola realizzata dagli operatori del ministero per la propaganda del Reich e ordinata dal RuSHA al fine di documentare come fosse organizzata e supervisionata la vita all’interno del ghetto e come fu domata la rivolta. Ancora una volta viene messo in risalto il Gleichschaltung, il coordinamento perfetto di sorveglianza, disciplina e punizione. Se prendiamo in considerazione “ Theresienstadt: Ein Dokumentarfilm aus dem jüdischen Siedlun” girato da Kurt Gerron nel 1944, per quanto nel titolo compaia la voce “documentario”, sappiamo che la pellicola è una fiction realizzata al fine di propagandare come la vita nei ghetti fosse dignitosa e tutt’altro che spiacevole. In Requiem per 500.000, punti di attinenza sono presenti solamente nella prima parte del filmato (quella che era destinata ai cinegiornali) dove viene rappresentata la magnanimità del Reich. Sin dalle prime sequenze quello che emerge è che la vita nel ghetto non è poi così tanto male: c’è cibo, ordine, organizzazione e addirittura svago.

Il valore aggiunto delle riprese di repertorio di Requiem per 500.000, oltre ad essere di grande valore storico e documentaristico, non è pertanto quello di voler rappresentare la “dignitosa” vita degli ebrei nel ghetto, bensì quello di dimostrare l’ordinata organizzazione delle SS: dal trasferimento degli ebrei in lunghe file composte alla distribuzione delle tessere annonarie fino alle sequenze (ovviamente non trasmesse dai cinegiornali) che mostrano il sistema di sorveglianza e punizione (la soppressione della rivolta). La maniacalità da parte del Ministero della Propaganda per l’archiviazione fotografica e la documentazione filmica, ha fatto sì che i tedeschi divenissero vittime dei propri stessi strumenti in quanto, immagini contenute in questo film, furono usate come testimonianze per i capi d’accusa al processo di Norimberga.

Incontro aperto al pubblico