Paper Moon – Luna di carta
(USA/1973) di Peter Bogdanovich (102’)
Il più strutturato e incantevole omaggio di Bogdanovich al cinema classico. Un bianco e nero d’artista (László Kovács) ci risucchia nel tempo perduto dell’America anni Trenta, la Depressione, le strade di campagna vuote e polverose, case isolate e piccole città, Shirley Temple al cinema e il giovane Bing Crosby alla radio. È un road-movie, una Model T percorre il paese: a bordo un bell’imbroglione che si finge venditore di bibbie e una “bambina”, sua sodale negli imbrogli: dai tempi del Monello non s’era vista una così portentosa coppia (non mancano però le tensioni edipiche). “Cinema tra virgolette”, dolcezza e tristezza: “Nel vuoto spettrale di quest’America da quadro di Hopper, non c’è autorità dalla quale si possa invocare protezione o perdono: ci sono solo altri esseri solitari da frodare” (Guido Fink).
