Cultura Bologna
copertina di Un'ombra sulla verità
22 agosto 2022, 21:30 @ Arena Puccini

Un'ombra sulla verità

(L'Homme de la Cave, Francia/2021) di Philippe Le Guay (114') | anteprima

Una coppia parigina decide di vendere uno scantinato presente nel loro palazzo. Un uomo molto ordinato e anonimo, il signor Fonzic, si presenta per comprarlo. L'uomo, però, si trasferisce nella cantina, la trasforma nella sua residenza e si scoprirà essere un negazionista dell’Olocausto . La coppia tenta allora di annullare la vendita ma senza alcun successo. Sarà così che Fonzic pian piano si trasformerà in una minaccia per la loro famiglia facendo amicizia con la loro figlia adolescente ed esercitando su di lei una pessima influenza.

“Alcune verità non fanno dormire. Le negazioni di verità, invece, arrivano a non far vivere. È questione di mostri, non quelli sotto il letto, ma quelli sepolti in cantina e che il posto, a dirla tutta, l’hanno regolarmente acquistato. Un’ombra sulla verità, titolo originale L’Homme de la cave, per la regia di Philippe Le Guay è una pellicola intelligente che sfrutta il classico umorismo francese, freddo e pungente, per rendere una catabasi claustrofobica dove cattivo e buono si scambiano di posto replicando e rivoltando nella loro cieca lotta il passato, in questo caso l’Olocausto.
Philippe Le Guay firma una pellicola rubika, nel senso che, come il cubo omonimo, la mdp gira e rigira affrontando la vicenda da ogni possibile angolazione, suggerendo la possibilità che più sono le mosse spese nel cercare la soluzione e più dalla soluzione, in effetti, ci si sta allontanando. A dare spinta ai dialoghi è l’umorismo francese, dalla risata appena accennata, umorismo che cerca di stemperare e alleggerire quello che è a tutti gli effetti un thriller psicologico fatto di sguardi e inquadrature tese a citare, se non a richiamare direttamente, immagini stampate nella nostra memoria: caldaie che ricordano forni, cantine simili a camere a gas, una maggioranza che opprime una minoranza. Il tutto è però invertito e si gioca sull’ambiguità dell’ossessione: il negazionista allora sembra il buono e il senso comune la dittatura di turno.
È dopotutto il secolo del dubbio e non c’è, appunto, dubbio che non possa essere alimentato da quell’arma che fa e disfa: la parola. Il signor Fonzic è allora il serpente che soffia alle orecchie di Justine […] e alle orecchie dello spettatore al grido di «io ho bisogno di capire, null’altro», mentre l’eroe, Simon, è alla deriva. […]
Un’ombra sulla verità è un film tanto denso quanto ingegnoso. Denso per il vorticare furioso della discesa, ingegnoso lo è per la capacità di indicare chiaramente l’antagonista ma evitare di fargli fare alcun movimento in scena. È invece l’altro, Simon, che nel suo dibattersi finisce per mutare ruolo. A quel punto allo spettatore si chiede di schierarsi e la mancanza di scelta non può che porlo in difficoltà.”

Francesco Bonfanti, “Close-up”