Cultura Bologna
copertina di Tre piani
4 settembre 2022, 21:30 @ Arena Puccini

Tre piani

(Italia/2021) di Nanni Moretti (119')

Una serie di eventi trasforma radicalmente l'esistenza degli abitanti di un condominio romano, rivelando le loro difficoltà nell'essere genitori, fratelli o vicini di casa in un mondo dove il risentimento e la paura sembrano avere la meglio.

“È il primo film di Moretti che nasce da un soggetto non originale (il romanzo di Eshkol Nevo, pubblicato da Neri Pozza) ed è anche quello dove non c’è una battuta, un’ombra di ironia. Le certezze e l’orgoglio che erano stati dello “splendido quarantenne” qui lasciano il passo al dolore e al disincanto di un ultrasessantenne che si interroga sul mondo che lo circonda. Domanda non nuova per Nanni, ma che assume una dimensione di inedita durezza. […]
Tre storie che si intrecciano e che finiscono per tratteggiare il quadro di un mondo incapace di generosità, sicuro delle proprie certezze, che Moretti ci racconta depurando il suo stile, già sobrio, fino ai limiti dell’astrazione. E che il suo disincanto finisce per mostrarci in tutta la sua cupezza. Per chi vuole conoscere un Nanni Moretti inedito.”

Paolo Mereghetti, “Il Corriere della Sera”

“Nanni Moretti, regista riconoscibile e spesso identificato con un universo preciso di temi, ha in realtà cambiato molto, nei decenni, il proprio modo di fare cinema, in un percorso quasi pendolare. Dalla struttura a sketch dei primi film a un recupero di una narrazione più strutturata con Bianca, poi la scelta di un cinema liberissimo da Caro diario e infine un ritorno al classico da La stanza del figlio in poi. Negli ultimi vent' anni il percorso è stato quello di una sempre maggior depurazione, della concentrazione su pochi essenziali elementi, fino agli ultimi risultati, i più intensi e rigorosi: Mia madre e questo Tre piani. Che rischia di sconcertare i fan dell'autore, per via di un'essenzialità di stile che sembra il correlativo di una visione desolata degli uomini e della società. Pochissimi movimenti di macchina, una fotografia (di Michele D' Attanasio) dai toni spenti, la musica di Franco Piersanti senza linee melodiche e soprattutto un lavoro sorprendente sugli attori, volti notissimi del cinema italiano abbassati di tono come se fossero fantasmi.
Il film racconta una vicenda corale, in un condominio che dopo il Covid appare quasi una metafora profetica di un vuoto umano e morale. Tre momenti della vita, tante colpe piccole e grandi. Nei film di Moretti non ci sono mai stati, se si fa attenzione, i "cattivi"; neanche qui ce ne sono, ma i personaggi tutti sono visti con una crudeltà inedita, in tutte le loro miserie. Eppure il regista vuole credere nonostante tutto nei suoi personaggi, non fa film contro di loro ma insieme a loro e si sforza di non rinunciare alla pietà e alla speranza (soprattutto verso le donne e nei ragazzi: i maschi adulti, direi, sono irredimibili). Tanto che per la prima volta il suo cinema così laico sembra risuonare di accenti quasi religiosi.”

Emiliano Morreale, “La Repubblica”