
The Brutalist
(USA/2024) di Brady Corbet (215')
The Brutalist
(USA/2024) di Brady Corbet (215')
Con: Adrien Brody
Laszlo Toth è un architetto ebreo ungherese che scappa all’olocausto rifugiandosi a Filadelfia da suo cugino Attila, proprietario di un negozio di mobili assieme alla moglie Stacy. Dopo i primi progetti realizzati per la ditta del cugino, si presenta una grande occasione: rinnovare la biblioteca privata di Harrison Van Buren, ricco ed influente magnate locale, su richiesta del figlio Harry. A seguito di un malinteso i lavori però vengono annullati e Laszlo viene cacciato di casa. Anni dopo, Laszlo avrà modo di riconciliarsi con Harrison e dare vita a un sodalizio che li porterà a realizzare l’inimmaginabile.
Oscar 2025 ad Adrien Brody come miglior attore; a Lol Crawley per miglior fotografia; a Daniel Blumberg per miglior colonna sonora originale.
Golden Globe 2025 per miglior film drammatico; a Brady Corbet come miglior regista; ad Adrien Brody come miglior attore in un film drammatico.
Premio BAFTA 2025 ad Adrien Brody come miglior attore protagonista; a Brady Corbet come miglior regista; a Daniel Blumberg per miglior colonna sonora originale; a Lol Crawley per miglior fotografia.
Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2024, Leone d’argento a Brady Corbet.
“Il peso dell’architettura di László Tóth, la sua portata, è una questione intima quanto collettiva, personale quanto storica: nell’erigere questo gigante di acciaio e cemento armato (che è poi uno dei grimaldelli più subdoli del Capitale), Tóth sacrifica se stesso, il suo rapporto con la moglie Erzsebet (Felicity Jones) e i pochi amici, per lasciare un segno indelebile e gigantesco sul suolo statunitense. [...]
The Brutalist non solo mette in scena il punto di scontro, l’incompatibilità, tra cultura/arte e Capitale, ma ne è simbolo e al tempo stesso consapevolmente vittima, agnello sacrificale. Un film, come del resto Corbet, che non appartiene a Hollywood, a quella forma di gigantismo spesso superficiale, ma che guarda piuttosto a forme di immortalità artistica, a prescindere dal pubblico, dal consenso.”
Enrico Azzano, Quinlan.it
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