copertina di Teatri del suono
19 novembre 2025 @ DAMSLab - Teatro

Teatri del suono

Giornata di studi

GIORNATA DI STUDI
a cura di Enrico Pitozzi

DamsLab – Teatro
19 novembre 2025

La giornata di studi internazionale che qui presentiamo – realizzata nella cornice delle attività del DamsLab in collaborazione con ERT/Teatro Nazionale e con il supporto di Alliance Française Bologna e Goethe Zentrum Bologna – si propone di indagare i processi creativi nelle arti dal vivo alla luce del loro rapporto con la drammaturgia del suono. L’obiettivo è quello di mettere a fuoco il pensiero sonoro che la scena contemporanea elabora, allontanandosi dal mero utilizzo della musica come corollario alle immagini. Sulla scena, assistiamo dunque ad un processo compositivo che si dispone attorno ad un doppio regime delle immagini: l’«immagine acustica» – che comprende, inoltre, il registro vocale – e l’«immagine visiva», determinata a partire dalle qualità della precedente. In altri termini, il suono agisce in scena in modo discreto, latente, determinando il senso di ciò che appare in palco. L’indagine condotta nei territori della contemporaneità non può prescindere, inoltre, da una riflessione sulle modalità di ricezione dello spettatore e della spettatrice e sulle loro facoltà d’ascolto.

PROGRAMMA:

ore 10.00
Saluti Istituzionali
Riccardo Brizzi – Direttore Dipartimento delle Arti, Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Elena Di Gioia – Direttrice artistica ERT Emilia Romagna Teatro
Daniele Del Pozzo – Assessore alla Cultura, Comune di Bologna
Enrico Pitozzi (Alma Mater Studiorum Università di Bologna)

ore 10.30 – 11.30
Heiner Goebbels – Keynote speech
Presenze acustiche

Heiner Goebbels – compositore, regista teatrale, artista ed ex-professore presso l’Istituto di Studi Teatrali Applicati di Giessen in Germania – considera il suo approccio alle arti performative come una composizione polifonica di tutti gli elementi. Con la sua antologia ampiamente tradotta intitolata «Estetica dell’assenza» e la sua preferenza per le voci acusmatiche, egli delinea in realtà una «Presenza dell’acustico». Come già nelle sue precedenti opere radiofoniche, questo rende le sue composizioni sceniche un vero e proprio teatro del suono. Nel suo intervento programmatico, discuterà dell’intermedialità delle sue produzioni e del suo approccio collaborativo, analizzando frammenti audio e video tratti da alcune delle sue performance, tra cui Eraritjaritjaka (2004), Stifters Dinge (2007), Everything That Happened and Would Happen (2018), A House of Call (2022).

ore 11.30-12.00
Emilio Sala (Università Statale di Milano)
Suoni latenti e inconscio acustico nel «theatre of hearing»

Questo intervento si pone alla confluenza di due nozioni che crediamo possano essere utilmente intersecate: l’inconscio acustico, così come è stato teorizzato da Robert Ryder (2022), e il «theatre of hearing» secondo quanto concettualizzato da Ross Brown (2020). Da questo incontro emerge tra l’altro una nuova dimensione del «theatrical hearing» che è quella del «suono latente» sulla quale ci si soffermerà attraverso l’analisi di alcuni esempi declinati in una duplice prospettiva: storica e contemporanea.

ore 12.15-12.45
Lucia Amara (Sapienza Università di Roma)
Il pensiero della voce: dal soffio alla phonè

 L’intervento qui presentato intende delineare una possibile genealogia della voce, nella cornice del teatro, che va da Antonin Artaud a Carmelo Bene, al fine di rintracciare l’origine di una vocalità scenica permeabile più al suono che al senso. Dal soffio alla phonè, si disegna così una parabola in cui l’emissione vocale passa dagli orifizi e dalle cavità del corpo, come «a fior di labbra» – l’espressione è di Roland Barthes – per farsi pensiero della voce.

ore 13.15-14.30
Pausa pranzo

ore 14.30-15.00
Hubert Westkemper (Civica Scuola Paolo Grassi Milano)
Della percezione acustica: suono, ambiente, ascolto

L’intervento si propone di approfondire il ruolo della spazializzazione del suono all’interno della drammaturgia teatrale, indagando il modo in cui l’esperienza elettroacustica contribuisce a ridefinire la percezione dello spazio scenico e la relazione con lo spettatore. Partendo dalla decennale collaborazione con Luca Ronconi – in particolare negli spettacoli Ignorabimus (1986, Arno Holz) e Il Panico (2013, Rafael Spregelburd) – andremo a discutere come la dimensione sonora diventi parte integrante della scrittura scenica, non un semplice accompagnamento ma un vero elemento drammaturgico, un dispositivo in grado di orientare l’ascolto, modulare la fruizione e generare nuovi livelli di significato. A questo percorso si affianca l’esperienza di Elettra (2004) di Hugo von Hofmannsthal con la regia di Andrea De Rosa, realizzata per un ascolto olofonico in cuffia, che ha reso possibile un’immersione sonora totalizzante, offrendo al pubblico un ascolto dalla prospettiva della protagonista. L’intervento intende così mettere in luce le potenzialità del suono come strumento di costruzione drammaturgica e di trasformazione percettiva del teatro contemporaneo.

ore 15.15-16.00
François J. Bonnet (INA – GRM Paris)
La materia del suono

Ispirata all’ultimo testo di Gilles Deleuze, L’immanenza, una vita, e al grande libro di Carlo Michelstaedter, La persuasione e la rettorica, questo intervento si propone di delineare, da un lato, il suono nella sua materialità e, dall’altro, l’ascolto nei suoi confini più lontani dal linguaggio. Da questo affresco emergeranno le qualità di una corrente sotterranea fondamentale all’esperienza estetica dei suoni, quelle che tessono un dialogo immanente, sensibile e muto, che tuttavia informa e comunica un altro modo di essere al mondo.

ore 16.15-16.45
Francesco Giomi (Tempo Reale | Conservatorio G. Martini di Bologna)
Storie di suono, di corpi, di voci: alcune esperienze recenti

Indagando l’idea di un teatro del suono, inteso come pratica che mette in relazione dimensione performativa e ricerca musicale, l’autore indaga in particolare l’uso della musica elettronica come strumento di costruzione drammaturgica, sia nel dialogo con la danza sia nella creazione di azioni sonore autonome. Con la danza, esperienze come Anatomia (2016) di Simona Bertozzi e Impulso (2024) hanno messo in luce la capacità del suono di definire spazi percettivi, ritmi interni e tensioni corporee, così come di condurre il discorso drammaturgico, tanto composto quando improvvisato. Parallelamente, lavori come Florentia (2022) e Brulla (2025), azioni puramente musicali, hanno esplorato la voce in quanto materia sonora e veicolo drammaturgico, intrecciando parola, timbro e materiale elettronico. L’intervento ripercorre queste esperienze, mettendo in evidenza come la progettazione del suono per la scena possa generare un vero e proprio teatro sonoro, dove corpo, parola e tecnologia concorrono a ridefinire un’idea unitaria di performance in cui il suono è protagonista. 

ore 17.00-17.30
Anna Scalfaro (Alma Mater Studiorum Università di Bologna)
Suoni nell’etere: compositori al tempo delle piattaforme

L’intervento intende focalizzarsi sul cambiamento di determinate pratiche compositive colte contemporanee, caratterizzate dall’impiego creativo e originale delle logiche dei social media. Al riguardo verranno illustrati alcuni casi studio: in riferimento ai compositori (Francesco Filidei, Nico Muhly, Yuval Avital) verranno messe in luce le nuove drammaturgie sonore, avvalorate da modalità ludiche e partecipative, e come queste si rivelino particolarmente adatte al medium audiovisivo del social network.

ore 17.45-18.15
Enrico Pitozzi (Alma Mater Studiorum Università di Bologna)
Dell’immagine sonora

Ci sono suoni che, seppur presenti, dimorano inascoltati, qualificando in maniera profonda il nostro modo di percepire il mondo. A questi suoni, il cui potere d’incisione è al limite della percezione, si rivolge questo intervento. Il teatro del suono di cui scriviamo – e l’immagine sonora che ne è il principio operativo – si organizza intorno ad un processo duplice: intercettare prima e convertire poi forze impercettibili, per dare loro una forma drammaturgica, ridefinendo la nozione stessa di rappresentazione a teatro. È qui che risiede il nucleo di senso che permette di parlare di un tragico acustico come modo attraverso il quale il suono orientare la percezione degli spettatori e delle spettatrici, determinando la lettura di ciò che appare in scena: per poter vedere è necessario saper ascoltare.

La traduzione degli interventi di Heiner Goebbels e di François J. Bonnet sono di Valentina Cristiani


INFO:
ingresso libero

didascalia immagine: Heiner Goebbels, Stifters Dinge, 2007. Copyright by Wonge Bergmann / Ruhrtriennale