copertina di Siccità
20 luglio 2023, 21:45 @ Arena Puccini

Siccità

(Italia/2022) di Paolo Virzì (124') | Arena Puccini 2023

Siccità

Regia: Paolo Virzì

Interpreti: Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Sara Serraiocco, Massimo Popolizio

Origine e produzione: Italia / Lorenzo Gangarossa, Mario Gianani, Lorenzo Mieli, Wildside, Vision Distribution

Durata: 124’  

A Roma non piove da 3 anni, e la mancanza d'acqua stravolge regole e abitudini dei suoi cittadini. I destini di un autista, un avvocato, un attore e un ex detenuto si intrecciano, mentre lottano per la propria sopravvivenza.

  • David di Donatello 2023 come miglior attrice non protagonista a Emanuela Fanelli e migliori effetti speciali visivi.

“Mosaico di storie – in cui ogni tessera, irregolare, frastagliata, è la commessura per tutte le altre – composto meticolosamente sul letto prosciugato del Tevere; o altrimenti, usando la sponda musicale, concerto grosso, concerto barocco in cui alla coralità, alla sferzata degli archi o di qualche fiato vigoroso, corrisponde il ripiegamento dell’oboe, il largo movimento dello struggimento o della riflessione: comicità e malinconia, leggerezza e riflessione (al limite anche impegno), questo è Siccità, l’ultimo bellissimo film di Paolo Virzì. In effetti la scena del concerto barocco è presa dal film, quando all’improvviso arriva la pioggia sui concertisti che suonano in un chiostro scandendo la colonna sonora e il ritmo del film. Al ritmo di un basso continuo allora, per continuare con l’esempio barocco (barocco romano), senza tempi morti, si intrecciano, si orchestrano, le vicende di personaggi stratificati e incarnati da attori di livello: scontato alludere alla bravura di Mastandrea, Ragno, Orlando, Tortora, forse un po’ meno citare Diego Ribon.
Sono personaggi contraddittori, tanto umani quanto grotteschi, marionettistici, in balia delle loro cupidigie – spesso una violenza involontaria, becera – così come dei loro desideri frustrati, di una recrudescenza di tristezze, di speranze. [...] In Siccità, oltre alle inferenze, come dire, ataviche della commedia umana, si tratta di qualcosa che riguarda più specificamente i cosiddetti tempi che corrono, o quelli che verranno, che potrebbero venire: l’acqua, la mancanza d’acqua e il risvolto di nuove malattie, portate dalle blatte, un mare di blatte.
[...] Del resto l’aspetto visionario è presente nel film sotto forma di figure fantasmatiche, o forse miraggi (in questo deserto arido) che satellitano intorno a Loris (Valerio Mastandrea), tant’è che quando è in ospedale moribondo, non si capisce se l’abbraccio che gli dà la sua ex-moglie (Claudia Pandolfi) sia reale o solo immaginato. Ospedali che si riempiono di questi sonnambuli, narcolettici in preda ai sudori; mancanza e – paradossalmente – spreco d’acqua; crisi economica senza ritorno; orrende sperequazioni: insomma il riferimento non è solo al Covid ma in generale alle responsabilità degli uomini, alla loro cecità di fronte al processo di estrema degradazione del pianeta. Se l’imperativo della politica in Don’t Look Up – evidentemente citato: c’è anche il professore veneto esperto d’acqua che si lascia irretire dalla vita televisiva romana, con tanto di balletto, trucco, parrucco e gli ammiccamenti con un’attrice provocante (Monica Bellucci) –, se lì la raccomandazione era di non guardare in cielo per ignorare l’incombere della cometa, qui il sonnambulismo dei drogati di social e di resort, porta a non guardare in basso e non accorgersi delle blatte che vermicano inesorabili sui pavimenti.”

Luigi Abiusi, Il Manifesto