Cultura Bologna
copertina di Piero Guccione, Claudio Koporossy | La memoria dell’acqua. Linguaggi a confronto
dal 12 mag al 16 giu 2022 @ Galleria Stefano Forni

Piero Guccione, Claudio Koporossy | La memoria dell’acqua. Linguaggi a confronto

a cura di Galleria Stefano Forni in collaborazione con Il Cigno Edizioni - Roma

La mostra personale di Piero Guccione in occasione di ArtCity sarà in corso e il 13 maggio sarà integrata dalla mostra di Claudio Koporossy.

Entrambe le esposizioni proseguiranno fino al 16 giugno.

Piero Guccione, scomparso nel 2018, è stato pittore della luce e del mare. Legato alla sua terra d’origine - la Sicilia - e allo stesso tempo riconosciuto in Italia e in Europa, Guccione ha vissuto nella Roma neorealista di Fausto Pirandello, Renato Guttuso, Carlo Levi. Nel 1979 Guccione decide di abbandonare ogni dibattito artistico e di tornare a vivere nella sua Sicilia: da quel momento il mare diventa il “movente del quadro”. L’opera si staglia così al di sopra di ogni corrente dell’epoca e l’artista entra in relazione con un assoluto astorico a cui partecipano pittore, oggetto e spettatore. 

“E’ il tempo trascorso accanto al mare che ci spalanca le porte dell'infanzia. La Sicilia è un mistero mescolato a malintesi. Il cielo spesso si abbassa coprendo di polvere blu i bambini che giocano con la morte. Perché il Mediterraneo è un quadro dove l'azzurro battaglia con la luna, dove il sole viene afferrato, inghiottito, consegnato al fuoco fecondo. Quando si è siciliani come Guccione, si è sconvolti perché l'artista ricrea la finezza di questa poesia muta, reinventa l’illusione che l’orizzonte sia a  portata di mano, celebra questo mare che è una maniera di esistere che possiede, in se stesso, una cultura e una civiltà ricca di conflitti, con un patrimonio artistico ed umano eccezionale.” (Tahar Ben Jelloun)

Claudio Koporossy nasce a Losanna, Svizzera, e si dedica prestissimo alla fotografia della natura. Dal 2014 l’artista si concentra sul tema dell’acqua, il quale diventa grande fonte d’ispirazione, dandogli nuova dimensione e linfa vitale.

Chinarsi a raccogliere una foglia o un rametto è sembrato inevitabile a gente come Paul Klee, per non parlare, percorrendo una qualsiasi spiaggia, delle conchiglie glorificate dal nostro Filippo de Pisis o dei sassi portati e palpeggiati nella tasca della giacca da un Henry Moore in cerca di ispirazione. Il processo diventa lenticolare, letteralmente, del tipo: vedi una cosa piccola e la fai grande. Il senso di Claudio Koporossy per l’acqua conosce bene questo risultato finale, questo sbocco che diventa anche conoscitivo, formale, stilistico. Accordare tanta importanza al piccolo, se non addirittura all’infimo, scorgendo in esso la presenza di un che di insostituibile, fu ampiamente raccomandato da un geniale filosofo/scrittore come Emil M. Cioran.

“Ciò che mi piace in Koporossy è il fatto che il suo obiettivo non sembra aver bisogno né di filosofie né di eccessive narrazioni e teatralizzazioni: gli basta andare, molto laicamente, a un pelo dal soggetto scelto, e ricavarne uno spettacolo.” (Marco Di Capua)


Orari di apertura Art City 2022:

  • 12,13 (opening),15 maggio h10-12.30/16-19.30

  • 14 maggio 10-12.30 16-24