Nel cuore del XVIII secolo il Directorium di Eymerich viene ancora tradotto (in francese) e pubblicato (in Portogallo), pur in versione compendiata. Ma gli scopi sono cambiati. Particolarmente interessanti sono le parti introduttive di questo volume, che si trova interamente digitalizzato, un Avertissement de l'éditeur e una Préface de l'auteur de l'Abrégé du Directoire des Inquisiteurs.
In questi testi si sottolinea che, nonostante i numerosi cambiamenti verificatisi nel corso dei secoli, le massime ispiratrici e le procedure tecniche del Tribunale della Santa Inquisizione siano rimaste molto simili a quelli codificati da Eymerich. «Enfin la doctrine d'Eymeric a toujours été, & est encore aujord'hui la veritable base sur laquelle est établie toute la Jurisprudence des Inquisitions du monde Chrétien: vérité qu'il nous a paru nécessaire d'établir» (p. 21). Nonostante le ripetute dichiarazioni di imparzialità del traduttore - il cui nome, si noti, non compare nel frontespizio - lo scopo finale dell'opera è proprio quello di mettere in luce come il Tribunale dell'Inquisizione sia ancora legato a una concezione oscurantista della religione e gestisca il proprio potere in maniera autoritaria e non accettabile in quello che sarà chiamato "il secolo dei lumi". Anche l'assenza del nome dell'editore e il fatto che, pur in francese, il libro venga pubblicato (almeno nominalmente) in Portogallo, sembrano testimoniare il timore che opera e autore possano essere oggetto delle sgradite attenzioni proprio del Tribunale dell'Inquisizione.
André Morellet, Niscolas Eymerich, Le manuel des inquisiteurs, a l'usage des Inquisitions d'Espagne & de Portugal. Ou Abregè de l'ouvrage intitulé: Directorium inquisitorum, composé vers 1358 par Nicolas Eymeric; grand inquisiteur dans le royaume d'Arragon, Lisbonne, [s.n.], 1762.