
Il nibbio
(Italia/2025) di Alessandro Tonda (109')
Il nibbio
(Italia/2025) di Alessandro Tonda (109')
Con: Sonia Bergamasco, Claudio Santamaria e Anna Ferzetti
Il film narra i ventotto giorni precedenti i tragici eventi del 4 marzo del 2005, quando Nicola Calipari, Alto Dirigente del SISMI, sacrificò la propria vita per salvare quella della giornalista de Il Manifesto Giuliana Sgrena, rapita in Iraq da una cellula terroristica.
“Il rischio, o l’intento, di fare un film politico esisteva ed era anche prevedibile, ma non per Il Nibbio che invece è tutt’altro che questo. Per alcuni versi è un film d’azione, per altri è un racconto biografico, un fatto di cronaca che meritava di essere raccontato, ed è anche una storia intima sulla dimensione privata di un uomo il cui lavoro spesso influenzava le dinamiche familiari. Un lavoro che oltre ad essere pericoloso, lo portava a stare lontano da casa, a disdire impegni all’ultimo minuto e a non poter, spesso, essere eccessivamente sincero, trattandosi di informazioni delicate, importanti o segrete. Il Nibbio, preferisce, relativamente alla sua matrice culturale e alla sua importanza storica, di lasciar trapelare tematiche sociali, senza ideologia o demagogia. Claudio Santamaria è magistrale nei panni di Nicola Calipari, che si staglia come una figura scossa da una volontà di agire, di essere non solo al comando di un’operazione, ma di esserne parte integrante, in prima linea per far sì che gli ostaggi vengano liberati. I tentativi, i compromessi, le esigenze alle quali andare incontro sono quasi tutti «giustificabili» se servono a salvare la vita di una persona. [...] Il realismo della fotografia e la semplicità della regia si fanno sistema e tecnica di emozione, sincerità, dinamismo e ritmo. Nonostante la vicenda di Calipari sia un fatto di cronaca noto e conosciuto a più generazioni, Il Nibbio riesce anche a stupire e sorprendere, con la scelta di rappresentare il risvolto drammatico che ha un impatto non scontato. Con un linguaggio da spy thriller, un’espressività emotiva e una recitazione che punta sull’umanità di entrambi i personaggi, Il Nibbio è riflessione, storia, racconto, sensibilità e cronaca. Ma anche un film appassionante e avvincente, che colpisce nella moltitudine di punti di vista e tentativi di interpretare tutto quel mondo che da ostilità si trasforma in scontro, poi in guerra, distruzione, attentati e terrorismo, fino al dilemma delle trattative, tra chi le nega e negherà sempre e chi crede siano il primo punto per un dialogo necessario.”
Giulia D’Agnolo Vallan, Il Manifesto
“Il rischio, o l’intento, di fare un film politico esisteva ed era anche prevedibile, ma non per Il Nibbio che invece è tutt’altro che questo. Per alcuni versi è un film d’azione, per altri è un racconto biografico, un fatto di cronaca che meritava di essere raccontato, ed è anche una storia intima sulla dimensione privata di un uomo il cui lavoro spesso influenzava le dinamiche familiari. Un lavoro che oltre ad essere pericoloso, lo portava a stare lontano da casa, a disdire impegni all’ultimo minuto e a non poter, spesso, essere eccessivamente sincero, trattandosi di informazioni delicate, importanti o segrete. Il Nibbio, preferisce, relativamente alla sua matrice culturale e alla sua importanza storica, di lasciar trapelare tematiche sociali, senza ideologia o demagogia. Claudio Santamaria è magistrale nei panni di Nicola Calipari, che si staglia come una figura scossa da una volontà di agire, di essere non solo al comando di un’operazione, ma di esserne parte integrante, in prima linea per far sì che gli ostaggi vengano liberati. I tentativi, i compromessi, le esigenze alle quali andare incontro sono quasi tutti «giustificabili» se servono a salvare la vita di una persona. [...] Il realismo della fotografia e la semplicità della regia si fanno sistema e tecnica di emozione, sincerità, dinamismo e ritmo. Nonostante la vicenda di Calipari sia un fatto di cronaca noto e conosciuto a più generazioni, Il Nibbio riesce anche a stupire e sorprendere, con la scelta di rappresentare il risvolto drammatico che ha un impatto non scontato. Con un linguaggio da spy thriller, un’espressività emotiva e una recitazione che punta sull’umanità di entrambi i personaggi, Il Nibbio è riflessione, storia, racconto, sensibilità e cronaca. Ma anche un film appassionante e avvincente, che colpisce nella moltitudine di punti di vista e tentativi di interpretare tutto quel mondo che da ostilità si trasforma in scontro, poi in guerra, distruzione, attentati e terrorismo, fino al dilemma delle trattative, tra chi le nega e negherà sempre e chi crede siano il primo punto per un dialogo necessario.”
Giulia D’Agnolo Vallan, Il Manifesto
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