
I Botanici
Covo Club | Eventi stagione 2023/24
I BOTANICI
ITA / alternative rock / Garrincha Dischi /
I Botanici tornano al Covo Club per presentare il loro terzo, omonimo album, uscito per Garrincha Dischi / Sony Music lo scorso 8 dicembre. Definito dalla band il più sincero tra i loro lavori, come raccontato dalla band è un disco rappresentativo della loro evoluzione: “Il titolo del nostro terzo album è il nome di questa band. Abbiamo deciso di chiamarlo così perché ad oggi è il nostro disco più sincero, che sentiamo essere più rappresentativo di quello che siamo diventati in questi anni. Le tracce che lo compongono sono il risultato di un processo di sperimentazione e di evoluzione che ha condizionato il nostro stile di scrittura in modo naturale, dando spazio a una varietà sonora e testuale della quale siamo orgogliosi. Vi raccontiamo in qualche riga questo album.
Per la prima volta abbiamo partecipato in prima persona alla produzione in studio. Gli strumenti utilizzati sono al solito chitarre, basso e batteria e (anche se in minor parte) piano, ma in aggiunta sono presenti quasi ovunque sintetizzatori, da intendere per la maggiore come strumenti d’ambiente piuttosto che solisti. Il brano “Øens Have” contiene un solo di tromba (Giovanni Tamburini). La scelta è stata al solito quella del mantenere le chitarre come strumenti protagonisti. I tempi di lavorazione sono stati volutamente dilatati di modo da poter ragionare sempre a mente calma sullo stato della produzione; complice anche una certa quantità di perfezionismo in noi.
Ognuno di noi preso singolarmente ha qualcosa di suo da dire. La parte testuale dei brani nasce sempre in modo spontaneo da un singolo. Alle volte è la musica stessa ad ispirare, altre volte è il contrario. L’idea collettiva è di rispettare al massimo la narrazione di chi scrive, di modo da creare qualcosa di spontaneo ed autentico.
Essendo una band senza una sede comune la musica ha origine il più delle volte in una cameretta, da chi di noi è più ispirato ad un determinato istante. E’ dunque naturale che ogni brano rifletta lo stile compositivo di chi gli ha dato genesi (brani come “Grandina” e “Distratto” fanno certamente parte di questa categoria). Questa faccia del processo creativo è quella che più impatta sulla diversità stilistica di questo album. Ci sono poi brani che nascono in modo istintivo, quando siamo insieme a suonare (“Diverso/Uguale”, “Un posto bellissimo”). Il denominatore comune lo si trova poi in sala prove o in studio; in tal senso siamo tutti coinvolti in modo attivo nella composizione.
La somma di questi elementi culmina dunque in un lavoro che per noi ha una difficile identificazione in un singolo genere musicale ben definito. E’ tuttavia indubbia la presenza di influenze dal mondo del math e del post-rock, dal jazz, dal cantautorato e dall’emo, e alle volte anche dal progressive metal.
La creazione di questo album è una parte molto significativa delle nostre vite. Siamo convinti di essere riusciti a canalizzare molte delle nostre esperienze più importanti dentro i brani che adesso state per ascoltare. Siamo molto felici di condividerlo con voi”.
Per la prima volta abbiamo partecipato in prima persona alla produzione in studio. Gli strumenti utilizzati sono al solito chitarre, basso e batteria e (anche se in minor parte) piano, ma in aggiunta sono presenti quasi ovunque sintetizzatori, da intendere per la maggiore come strumenti d’ambiente piuttosto che solisti. Il brano “Øens Have” contiene un solo di tromba (Giovanni Tamburini). La scelta è stata al solito quella del mantenere le chitarre come strumenti protagonisti. I tempi di lavorazione sono stati volutamente dilatati di modo da poter ragionare sempre a mente calma sullo stato della produzione; complice anche una certa quantità di perfezionismo in noi.
Ognuno di noi preso singolarmente ha qualcosa di suo da dire. La parte testuale dei brani nasce sempre in modo spontaneo da un singolo. Alle volte è la musica stessa ad ispirare, altre volte è il contrario. L’idea collettiva è di rispettare al massimo la narrazione di chi scrive, di modo da creare qualcosa di spontaneo ed autentico.
Essendo una band senza una sede comune la musica ha origine il più delle volte in una cameretta, da chi di noi è più ispirato ad un determinato istante. E’ dunque naturale che ogni brano rifletta lo stile compositivo di chi gli ha dato genesi (brani come “Grandina” e “Distratto” fanno certamente parte di questa categoria). Questa faccia del processo creativo è quella che più impatta sulla diversità stilistica di questo album. Ci sono poi brani che nascono in modo istintivo, quando siamo insieme a suonare (“Diverso/Uguale”, “Un posto bellissimo”). Il denominatore comune lo si trova poi in sala prove o in studio; in tal senso siamo tutti coinvolti in modo attivo nella composizione.
La somma di questi elementi culmina dunque in un lavoro che per noi ha una difficile identificazione in un singolo genere musicale ben definito. E’ tuttavia indubbia la presenza di influenze dal mondo del math e del post-rock, dal jazz, dal cantautorato e dall’emo, e alle volte anche dal progressive metal.
La creazione di questo album è una parte molto significativa delle nostre vite. Siamo convinti di essere riusciti a canalizzare molte delle nostre esperienze più importanti dentro i brani che adesso state per ascoltare. Siamo molto felici di condividerlo con voi”.