Figlio di nessuno
(Serbia, 2014) di Vuk Ršumović (95') | Festival Youngabout
E' la primavera del 1988, un essere sconosciuto abita la foresta: è piccolo, è aggressivo, è guardingo. Ma alcuni cacciatori riescono a catturarlo, ferendo a morte un lupo che gli è accanto. L'essere ignoto è un bambino abbandonato, da quelli della sua specie, tra le montagne della Bosnia-Herzegovina e salvato e allevato dai lupi. Il film No one's child, ispirandosi ad un fatto di cronaca realmente accaduto, racconta l'avventura del piccolo sconosciuto a cui viene, dai "soccorritori," assegnato il nome Haris. Il bambino-lupo non conosce la parola, non sa stare eretto, morde chiunque gli si avvicini e mangia senza l'uso delle mani: per la gravità del suo stato viene portato in un orfanotrofo di Belgrado. I tentativi di dargli sembianze umane e di insegnargli ad interagire con suoi "simili" sono inizialmente infruttuosi. Il caso è estremamente difficile e l'educatore Ilke, pur nella povertà di mezzi di cui dispone, cerca vie di comunicazione con questo figlio di nessuno. E' il coetaneo Žika, che si distingue dagli altri ragazzi che deridono e insultano il piccolo "selvaggio", a trovare la strada giusta per raggiungere il cuore del nuovo, difficile ospite della comunità. Saranno le biglie di vetro il mezzo per affascinare Haris, conquistandone la fiducia e l'attenzione. Tutto l'impegno di Ilke e Žika, e gli sforzi commoventi di Haris si infrangono contro le spinte distruttive degli uomini, adulti che hanno scelto di insanguinare il Paese combattendo una Guerra civile dolorosa: Haris non è più autorizzato a rimanere a Belgrado, è bosniaco e non serbo e, secondo le folli leggi della discriminazione, deve essere richiamato e riportato nella sua patria. Ilke cerca di proteggerlo da questo nuovo trauma, nascondendolo, invano, nella sua abitazione. Il bambino viene riportato "a casa sua", strappandolo ai suoi nuovi affetti, viene vestito con divise militari, troppo grandi per il suo corpicino ancora imberbe e rifornito di armi, che non sa e non vuole usare, troppo pesanti per lui. Al fronte, nei boschi un tempo tanto amati, spaventato, perché incapace di comprendere la follia degli uomini, prende l'unica decisione possibile per continuare ad essere libero.
