Cultura Bologna
copertina di Crimes of the Future
23 agosto 2022, 21:30 @ Arena Puccini

Crimes of the Future

(Francia-Grecia-Canada-Regno Unito/2022) di David Cronenberg (107') | anteprima

In un futuro non troppo distante, l'umanità sta imparando ad adattarsi ad ambienti sintetici. L'evoluzione porta gli umani oltre il loro stato naturale e produce una metamorfosi, alterando il loro corredo biologico. Mentre alcuni accolgono le illimitate possibilità del "transumanesimo", altri tentano di fermarlo. Ma la "sindrome da evoluzione accelerata" si diffonde rapidamente.

  • Selezione ufficiale Festival di Cannes 2022

“Il corpo come realtà ultima nell’era della totalità virtuale. Dopo un intervallo di otto anni durante il quale ha parlato molto di Netflix e suggerito che forse il cinema non lo interessava più, David Cronenberg torna alle radici con un film che riprende i temi più profondi della sua opera – dai primi mediometraggi, a cui si richiama il titolo di quest’ultimo lavoro, al body horror di Videodrome e Existenz, agli strumenti ginecologici di Inseparabili alla sessualità lancinante di Crash – e li porta più avanti, in modo sia rigoroso che commovente.
[…] I film di Cronenberg e Skolimowski […] rivendicano, in questa Cannes 2022, un’idea di cinema forte, libero, indipendente e profondamente fisico, sia nel gesto che nelle idee. Costretto a girare in Grecia per via dei costi e della pandemia, Cronenberg non si è lasciato sedurre dalla palette mediterranea. Il mare si vede a malapena all’inizio del suo Crimes of the Future, nell’immagine apparentemente innocente di un bambino che gioca vicino all’acqua.
Dopo averla stemperata in un crimine orribile, il regista di Toronto lascia che il suo nuovo film si snodi malinconicamente sullo sfondo di rottami di navi arrugginite, stradine notturne di palazzi decrepiti, corridoi che sembrano quasi delle catacombe.
Il mondo di Crimes of the Future è un mondo esausto, dalle cui ceneri forse scaturirà qualcosa di nuovo, di altro. Come esausto sembra Saul Stenser, il suo protagonista (Viggo Mortensen), un artista il cui corpo autoproduce (forse coscientemente) organi non umani che poi vengono estratti in elaborate sessioni di performance art condotte insieme alla sua partner/amante, Caprice (Lea Seydoux) e donati a un ufficio governativo segreto proposto per catalogarli, come pezzi da museo.
Per adeguare il suo quotidiano agli estranei che stanno crescendo in lui, Stenser è costretto a mangiare con l’aiuto di una sedia speciale che dovrebbe facilitare il passaggio del cibo nel sistema e a dormire in un guscio/pod capace di sentire il suo dolore e minimizzarlo grazie a dei bracci mobili.
[…] In realtà, oltre alla riflessione sul processo artistico, Crimes of the Future riposiziona l’esistenzialismo che attraversa tutto il cinema cronenberghiano, la dialettica dell’identità e della mutazione, cosa significa farsi altro (o, nel caso dell’amore, darsi a un altro) in un modo che va aldilà della sua fascinazione per il rapporto tra umanità e tecnologia. In direzione sia più radicale che limpida.”

Giulia D’Agnolo Vallan, “Il Manifesto”