
Vite stravaganti di architetti
presentazione del libro
Manuel Orazi presenta il suo libro Vite stravaganti di architetti (Giometti & Antonello, 2025).
In dialogo con Andrea Morpurgo, Matteo Marchesini e Elena Pirazzoli.
Anche la stravaganza esistenziale, quando il mondo sembra sconvolto da epocali mutazioni naturali, economiche e geopolitiche, può aprire all’architettura una strada da percorrere per reagire all’impatto vorace di altre discipline. Ecco dunque quarantuno biografie di architetti che proprio nella divagazione e nell’ars combinatoria hanno trovato nel corso dei secoli le risorse per ideare e modulare concetti in grado di dare nuova vita all’antica arte dell’architettura, riconducendo la disciplina alla sua funzione essenziale di vettore della modernità. E del moderno in architettura queste quarantuno vite sono un piccolo compendio, libero dall’ossessione per la rilevanza, eccentrico alla tirannia dell’opera, nella consapevolezza che, come ha scritto Bruno Pedretti, «il laboratorio delle vite, anche nelle sue zone d’ombra private, va avanzando sempre più crediti nei confronti delle opere finali». Da Francesco di Giorgio a Frank O. Gehry, da Jean-Jacques Lequeu a Italo Rota, una galleria di ritratti che rende omaggio allo scarto, al sentiero non tracciato.
Manuel Orazi lavora per la casa editrice Quodlibet di Macerata ed è docente presso l'Accademia di architettura dell'Università della Svizzera italiana.
Andrea Morpurgo è architetto e storico dell’architettura. È consigliere e membro della giunta operativa della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia e autore del libro Il cimitero ebraico in Italia.
Matteo Marchesini è nato nel 1979 a Castelfranco Emilia e vive a Bologna. Tra le sue pubblicazioni: Le poesie di Marcia nuziale (Scheiwiller 2009), le satire di Bologna in corsivo. Una città fatta a pezzi (Pendragon 2010), i saggi letterari di Soli e civili (Edizioni dell’Asino 2012).
Elena Pirazzoli si occupa di cultura visuale, studi memoriali e public history. PhD in Storia dell’arte all’Università di Bologna, dal 2019 è Wissenschaftliche Mitarbeiterin presso l’Universität zu Köln nel quadro del progetto Le stragi nell’Italia occupata 1943-45 nella memoria dei loro autori.