
Il Primo Profumo: Tappūtī e la Storia degli Aromi
una mostra che ripercorre la lunga e ricca storia culturale della profumeria
La mostra Il Primo Profumo: Tappūtī e la Storia degli Aromi - dal 12 ottobre al 9 novembre 2025 al Museo di Palazzo Poggi - ripercorre la lunga e ricca storia culturale della profumeria - dall'antica Assiria (1200 a.C.) all’età moderna – e rappresenta il significato culturale dei profumi insieme ad alcuni aspetti tecnici della loro produzione attraverso una selezione di manoscritti e libri antichi a stampa della Biblioteca Universitaria di Bologna, matrici xilografiche di soggetto botanico della collezione di Ulisse Aldrovandi del Museo di Palazzo Poggi e un alambicco della Collezione di Chimica “Giacomo Ciamician”.
Elemento centrale della mostra è la ricostruzione sperimentale e l'interpretazione moderna del profumo di Tappūtī-Bēlat-Ekalle codificato in KAR 220, una tavoletta cuneiforme conservata al Vorderasiatisches Museum di Berlino, che contiene la più antica ricetta nota di un olio infuso "adatto a un re".
La mostra presenta i metodi utilizzati nella replica sperimentale dell'antica ricetta, insieme al contesto storico e all'eredità culturale della produzione di profumi iniziata nell'antico Iraq.
La storia della profumeria assira è contestualizzata all'interno dei confini dell'antica Mesopotamia e si inserisce in una più ampia storia intellettuale del profumo, che include riferimenti alle sacre Scritture, all'alchimia e alla filosofia naturale.
Curatori: Eduardo A. Escobar, Marie LeFebvre, Lucia Maini, Matteo Martelli, Giacomo Montanari.
Mostra organizzata da Biblioteca Universitaria di Bologna, Sistema Museale di Ateneo, Dipartimento di Filosofia e Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician”.
Orari di apertura: da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 16.00; sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 18.00
Inaugurazione: sabato 11 ottobre, ore 16.30 c/o Aula Magna della Biblioteca Universitaria di Bologna, via Zamboni 35. Per partecipare all'evento occorre registrarsi a questo link.
Mostra visitabile con il biglietto d'ingresso gratuito al Museo