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24 giugno 2025, 21:45 @ Piazza Maggiore, Bologna

Brazil

(USA/1985) di Terry Gilliam (131') | Sotto le stelle del Cinema

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(USA/1985) di Terry Gilliam (131')

Capirete che non è facile indicare con precisione la posizione del mondo dell’immaginazione. [...] Ma se sono convinto (e lo sono) che il mondo immaginato sia, debba essere, connesso a quello osservabile, allora dovrei anche essere in grado – perché no? – di localizzarlo; di dire come si fa a raggiungerlo. [...] Queste riflessioni mi sono state ispirate dal magnifico film di Terry Gilliam sul totalitarismo del futuro, Brazil. Perché quanto più un’opera è frutto d’immaginazione, tanto più delicato è il problema della localizzazione. [...] Al livello più ovvio il film è ambientato nel paese di Distopia, gemello oscuro di Utopia, il peggiore dei mondi possibili. [...] Come rivelò N.F. Simpson in One Way Pendulum, il mondo dell’immaginazione è un luogo in cui il lungo braccio della legge non riesce ad arrivare. Questa idea – l’opposizione tra immaginazione e realtà, che è anche naturalmente l’opposizione tra arte e politica – è di grande importanza, perché ci ricorda che non siamo indifesi, che sognare significa avere potere. E io credo che la vera ambientazione di Brazil sia l’altra grande tradizione dell’arte, quella in cui le tecniche della commedia, della metafora, dell’immaginario potenziato, della fantasia e via di seguito vengono impiegate per scardinare le nostre certezze convenzionali, offuscate dall’abitudine, su cosa sia il mondo e cosa debba essere. [...]

Va anche rilevato che Terry Gilliam è un emigrato. “L’America ti bombarda di sogni e ti priva dei tuoi” dice, e Brazil parla anche di questo; della lotta tra sogni privati, personali (il volo, l’amore) e grandi fantasie di massa (l’eterna giovinezza, la ricchezza materiale, il potere)... Brazil è il prodotto di quella strana cosa che è la sensibilità dell’emigrato, il cui sviluppo credo sia uno dei temi centrali di questo secolo di gente sradicata. L’emigrato è forse l’unica specie di essere umano libera dalle catene del nazionalismo (per non parlare del suo orribile fratello, il patriottismo). È una libertà gravosa. [...] E se devo concludere con la semplice (ma forse non così semplice) osservazione che la collocazione di Brazil è il cinema stesso, perché nel cinema il sogno costituisce la norma; e allora dovrei aggiungere che Brazil è una terra immaginaria di cui tutti noi che abbiamo – per un motivo o per l’altro – perduto una patria ritrovandoci altrove, siamo i veri abitanti. Come Terry Gilliam, anch’io sono cittadino di Brazil.

Salman Rushdie, The Location of Brazil, “American Film”, settembre 1985

ingresso libero
Versione originale in inglese con sottotitoli in italiano