
L’amico fedele
(The Friend, USA/2024) di Scott McGehee e David Siegel (120') | Arena Puccini
L’amico fedele
(The Friend, USA/2024) di Scott McGehee e David Siegel (120')
Con: Naomi Watts e Bill Murray
La vita di Iris, scrittrice e insegnante di scrittura creativa, viene messa in subbuglio quando d’improvviso Walter, il suo migliore amico, si suicida. Iris si ritrova così ad accudire Apollo, l’alano del suo amico, che non tarderà a dare problemi sia in casa che con i vicini data la sua immensa stazza e il temperamento vivace: nonostante ciò cane e padrone impareranno pian piano qualcosa l’uno dall’altro.
“What Are You Going Through (Cosa stai attraversando), recitava il titolo originale di Attraverso la vita, il romanzo da cui Pedro Almodóvar ha tratto La stanza accanto, la cui autrice, Sigrid Nunez, aveva vinto il National Book Award per la narrativa con il libro scritto qualche anno prima, The Friend. [...]
In fondo, L’amico fedele – che di quel romanzo è l’adattamento, firmato da Scott McGehee e David Siegel – si sviluppa attorno allo stesso tema: un lutto, che, a differenza de La Stanza accanto, è già avvenuto e da accettare, affrontare, metabolizzare, superare. [...] Il problema è che anche i cani avvertono il lutto: cosa succede a un cane non più giovanissimo che, improvvisamente, perde l’uomo che l’ha salvato dalla strada? Lo cerca nell’odore di una maglietta sgualcita, nella voce che legge l’articolo di una rivista, nel corpo della figlia mai del tutto compresa, nell’idiosincrasia alle persone detestate dal padrone. E lo trova nel riconoscimento reciproco con una donna nel pieno di un’elaborazione: due orfani che, di fronte a una morte inaccettabile, devono reimparare a camminare. [...] L’amico fedele è malinconico senza vergogna né compiacimenti, accordato su un vellutato repertorio musicale in bilico tra jazz e folk, valorizzato da spazi significanti che indicano il milieu socioculturale: l’élite letteraria che vive in appartamenti arredati con libri, piante e locandine, ben illuminati di giorno e dove cenare di sera con le luci suffuse; la «classe disagiata» dello stesso contesto professionale che deve fare i conti con gli affitti di alloggi accoglienti ma essenziali, comunque pieni di eleganti suppellettili nostalgiche; una casetta vista mare come approdo dopo essere sopravvissuti al naufragio. Come I Newyorkesi di Cathleen Schine e il pur melenso Io e Marley, l’ingaggio emotivo è garantito dal rapporto con il cane (grande interpretazione che passa attraverso gli occhi struggenti), con una tenerezza ben veicolata dalla bella interpretazione di Naomi Watts, ma al film non manca né un’ambizione metatestuale [...] né un coro di comprimari ben intonati (il fantasmatico Bill Murray, Ann Dowd come affettuosa vicina, le mogli Noma Dumezweni, Carla Gugino e Constance Wu, la figlia Sarah Pidgeon).”
Lorenzo Ciolani, Cinematografo
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