copertina di Flow – un mondo da salvare
8 luglio 2025, 21:45 @ Arena Puccini - Parco DLF

Flow – un mondo da salvare

(Straume, Belgio-Lettonia-Francia/2024) di Gints Zilbalodis (85') | Arena Puccini

Flow – un mondo da salvare

(Straume, Belgio-Lettonia-Francia/2024) di Gints Zilbalodis (85')

Un gatto si risveglia in un mondo invaso dall'acqua dove la vita umana sembra essere scomparsa. Trova rifugio su una barca con un gruppo di altri animali. Ma andare d'accordo con loro si rivela una sfida più ardua della sua paura dell'acqua.
“Gints Zilbalodis segue così il sentiero già battuto con il suo Away (2019), viaggio dell’eroe contro un’ombra minacciosa, e costruisce un racconto di suoni e azioni dalle reminiscenze bibliche. L’arca di Noè è ora condotta unicamente da animali. La loro salvezza è una meta misteriosa alle soglie dell’umana comprensione. Fino a che punto si spingeranno i nostri eroi? La caratterizzazione degli animali protagonisti è scevra da qualsiasi complicazione ed è facilmente leggibile. Non esistono dialoghi in Flow, ma solo gesti chiari e riconoscibili. [...] Quanto succede è così cristallino da rivelare i conflitti interiori dei «personaggi». Questi devono sacrificare la compagnia del loro mondo ordinario e ritrovare una nuova ragione di essere all’interno di una nuova comunità, anche se questo significa l’esilio volontario (o imposto) dalla famiglia biologica. In una terra dominata dalla legge della prevaricazione, il diluvio universale si fa inevitabile prova del fuoco. Cosa lasceranno andare i protagonisti di loro stessi? È interessante notare come in tal senso, nel corso della loro avventura, gli animali si specchino di continuo nel vero senso della parola. Il loro riflesso bagna l’oceano e colora l’oggetto sacro che il lemure custodisce ossessivamente nella sua cesta. Il significato dello specchio cambia in base al momento della vicenda: può essere la conferma di un egoismo, come anche l’accendersi di una rinascita. Gli animali percorrono alla maniera umana un cammino di conoscenza di sé stessi, alla quale corrisponde un contatto con le civiltà (ormai) del passato. Gigantesche architetture abitano il mondo, rispetto alle quali i protagonisti sembrano formiche. Il richiamo religioso è palese. Quello è il Dio della Genesi e noi animali/spettatori siamo gli umili servi sperduti, in attesa che il creato si ristabilisca (forse) in meglio. [...] La poetica del viaggio iniziatico si sposa poi in Flow con paesaggi visivamente mozzafiato. Senza eccedere, questi ricordano molto gli scenari di un videogioco. Spesso, infatti, la regia di Zilbalodis si muove come la telecamera di un videogioco in terza persona. Conseguente è l’immersione in un mondo curato nei minimi particolari.  [...] Ciò che rimane nell’opera animata di Zilbalodis è il grado zero di una parabola libera da sovrastrutture sul nascere di un’amicizia. «Semplice» come la sua morale, mitico come il suo corso.”
Eugenio Sommella, DassCinemag
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Film muto