
Will Paquin
Covo Club | Eventi stagione 2024/25
Will Paquin
USA / psych / garage rock) /
Le canzoni di Will Paquin prendevano forma a porte chiuse, in camere da letto, dormitori, sedili posteriori. Anche dopo essersi fatto vivo con il grande pubblico nel 2020 con Chandelier — una strana e ipnotica traccia glitch-pop che ha fatto il giro del web e ha ottenuto il disco d’oro — le sue uscite sono rimaste sporadiche: qualche singolo isolato, un paio di EP. “A volte tengo le cose segrete solo per farle sembrare davvero mie,” racconta.
Ma Hahaha — il suo primo album, in uscita a settembre e rigorosamente autoprodotto — è il suono di Paquin che esce dalla stanza. È rumoroso, grezzo, caotico, pieno di vita. E il brano che dà il titolo all’album ne è la dimostrazione perfetta: Hahaha è una scarica elettrica, una liberazione pura progettata per accendere il pubblico fin dal primo colpo di chitarra. “Volevo una canzone da urlare, che potesse essermi urlata indietro,” dice Paquin.
Il passaggio dalla solitudine alla condivisione attraversa tutto il disco. Molto è stato scritto durante un tour, in piena rottura sentimentale — unendo la tristezza di quel momento alla forza dell’abbraccio del pubblico ogni sera sul palco. “Ero in tour, circondato da musica dal vivo, forte, e quell’energia è entrata nelle canzoni. È quasi un ‘hahaha’ sarcastico, con le lacrime agli occhi.”
L’album gioca con questa complessità emotiva. Come l’opening track We Really Done It This Time, un brano diretto che suona come l’inizio di un attacco di panico. Orangutan, invece, mantiene un tono più leggero: “Ho fatto un sogno divertente su un orango, e ho deciso di paragonare quella relazione a lui che dondola via per strada, lontano — e non gli auguri altro che il meglio.”
Roll the Dice è più tesa e scarna, e parla del “fare i conti con i miei errori, per capire dove ho sbagliato.” Poi arriva I Work So Hard, un brano iniziato alle medie, ispirato dalle band psych rock che amava allora, ma oggi rivisitato con una nuova consapevolezza: “È come quando esci da una relazione e ti butti a capofitto nel cambiamento, cercando di diventare la versione migliore di te stesso.”
C’è anche Our World Is Falling Apart, una canzone le cui origini risalgono a dieci anni fa. “Avevo già la struttura, ma non ancora la maturità o le capacità per completarla.” Ora è il brano che chiude il disco — la prova che anche le idee più vecchie possono evolvere, se si è pronti a lasciarle uscire.
Gran parte dell’album ha proprio questa sensazione da capsula del tempo — una raccolta di suoni e intuizioni che Paquin ha coltivato in silenzio per anni. Nel dare forma al disco, è tornato alla musica che per prima lo aveva ispirato: le melodie stratificate dei Beatles, l’urgenza graffiante di Thee Oh Sees e Ty Segall. In studio, questi riferimenti si sono fusi con texture più sperimentali, grazie anche all’ascolto ossessivo di The Magic dei Deerhoof, del repertorio visionario dei Can, e di Transmissions From the Satellite Heart dei Flaming Lips. Il risultato è un album che non si limita a citare il passato, ma lo rianima, fondendo vecchie ossessioni e nuove scoperte in un suono profondamente personale.
Per la prima volta, tutti questi riferimenti convergono in un’opera coesa, modellata dal tempo e dalla visione attuale di Paquin. “Questo album è un modo per rimettere al centro ciò che mi piace davvero, e che voglio condividere con il mondo,” spiega.
Rimanendo indipendente e libero da vincoli discografici, Paquin ha mantenuto il pieno controllo creativo. Il disco è stato prodotto insieme all’amico d’infanzia e collaboratore di lunga data William Levin. Il mix è firmato da Nathan Boddy (James Blake, Geordie Greep, Nilüfer Yanya), mentre il mastering è di Mike Bozzi (Kendrick Lamar, SZA, Tyler, the Creator).
Hahaha è una celebrazione dell’energia condivisa, del caos, di quelle risate esplosive che arrivano quando sei pienamente vivo. Un’esplosione di chitarre, psichedelia e garage rock, nata per essere suonata davanti a una folla. Quelle porte chiuse della camera da letto, adesso, sono completamente spalancate.