November 4, 2014, 9:15 PM @ Auditorium Unipol

Bill Frisell “Guitar in the Space Age!"

Bologna Jazz Festival

Bill Frisell, chitarra; Greg Leisz, mandolino e steel guitar;
Tony Scherr, basso; Kenny Wollesen, batteria

Tra la nostalgia e il modernariato, faccende entrambe molto emozionanti quando si tratta di scavare nella musica dei decenni passati: è qui che si porrà Bill Frisell col suo “Guitar in the Space Age!”, una scorribanda nel repertorio dei chitarristi statunitensi degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta. Dal primo ‘astronauta’ della chitarra jazz elettrificata (Charlie Christian) ai pionieri del rock (Chuck Berry, Duane Eddy, Link Wray), dalle folate della surf music (Dick Dale, i Beach Boys, i Ventures, gli Astronauts) ai richiami della musica country (Chet Atkins, Speedy West, Jimmy Bryant, Merle Travis): insomma tutto quanto colpì l’immaginazione del giovane Frisell instillando in lui il mito della Fender Telecaster. Per questo nuovo progetto (il cui debutto su disco è previsto per l’autunno 2014) Frisell convoca i membri del suo trio (il bassista Tony Scherr e il batterista Kenny Wollesen) oltre a un altro suo collaboratore di fiducia, Greg Leisz, che gli darà man forte nell’innalzare il voltaggio chitarristico del gruppo.
Bill Frisell (nato a Baltimora nel 1951) è uno dei guitar heroes del jazz dagli anni Ottanta a oggi. Agli esordi in casa ECM sia come leader che come chitarrista ‘della casa’ (in particolare per Paul Motian e Jan Garbarek) sono seguiti gli anni della maturità con l’etichetta Nonesuch, che lo videro trasformarsi nel campione della svolta postmoderna della musica improvvisata. Frisell è riuscito a raggiungere una fama planetaria pur essendo a tutti gli effetti un avanguardista (indimenticabili le sue collaborazioni con John Zorn e Tim Berne). Attratto da collaborazioni con le star del rock (Ginger Baker, Marianne Faithfull, Elvis Costello) e dalle musiche per il cinema (memorabili le sue sonorizzazioni dei film di Buster Keaton), ha poi imboccato una strada decisamente personale, esplorando le radici della musica americana (country, bluegrass) con i mezzi espressivi dell’improvvisazione jazzistica.