Cultura Bologna
cover of Alessandra Calò. Kochan
from 28 Jan to 5 Feb 2023 @Lavì! City, via Sant'Apollonia, 19/A – 40126 Bologna

Alessandra Calò. Kochan

ART CITY Bologna 2023

Cosa unisce una mappa o una carta geografica oggetto bidimensionale, perlopiù ricavato su carta, al corpo umano, pulsante senziente, vivo e di carne? Calò lavora con materiali d’archivio, vecchie carte, che evidenziano come i confini e le denominazioni cambino nel tempo, come la geografia disegnata sia tutt’altro che definitiva. Allo stesso modo, il corpo cambia, si allarga o restringe, si smussa o si affila, si copre di segni, cicatrici, muta piano piano la forma e il rivestimento, la pelle. Così il tentativo di legare l’identità individuale a una facies definita è destinato a fallire, l’identità resta sempre un’approssimazione. Il volto, gli arti e l’intero corpo della medesima persona non sono gli stessi nelle diverse fasi della sua vita. Il carattere che le immagini fotografiche prodotte da Alessandra Calò ha realizzato è quindi piuttosto quello della metamorfosi, dello sconfinamento costante. La componente non esplicitata, ma fondamentale di questo progetto, è infatti il tempo. Se la fotografia fissa il momento – e nel fissarlo ne decreta anche l’essere già accaduto, passato, sicché qualsiasi ritratto è sempre postumo - Calò sembra lavorare proprio in direzione opposta a questa contrainte: la geografia non è un dato fisso, ma l’interazione perenne di molti elementi cosiddetti naturali e antropici, il corpo che emerge o si sovrappone a questi lacerti di luogo è altrettanto frammentario e per questo, più che indicare o descrivere, evoca. E cos’è l’evocazione se non la forma più rispettosa del mistero nel rapporto fra il reale e le sue rappresentazioni? La forma più prossima alla ritualità religiosa o magica da cui probabilmente sono scaturite le primissime immagini prodotte da sapiens. Per questo il lavoro di Alessandra Calò, ispirato nel titolo al protagonista di Confessioni di una maschera di Yukio Mishima, è svelante, nel senso che accoglie il velo, la maschera, la deformazione che ogni rappresentazione produce, come l’unico modo di darsi di una fare artistico in cui la fotografia si contamina con altre tecniche, e l’oggetto fotografato non è più, e solo, quello visto, ma quello sognato e immaginato.


mostra fotografica a cura di Alessandra Sarchi, promossa da Associazione Culturale Spazio Lavì!, in collaborazione  con Comune di Bologna – Quartiere Santo Stefano


Orari di apertura ART CITY Bologna:

28,29,30,31 gennaio,1 febbraio h 17.30-19,30 | 2,3,5 febbraio h 16-20 | 4 febbraio h 16-23 

la mostra prosegue fino al 11 febbraio 2023

Orari di apertura ordinari h 17,30-19,30.
Accesso gratuito e senza prenotazione