Alejandro Jodorowsky introduce La danza della realtà
(Cile-Francia/2013) di Alejandro Jodorowsky (130'). Anteprima
Figura eclettica, che spazia tra letteratura, fumetto e, ovviamente, cinema, Alejandro Jodorowsky sarà ospite della Cineteca di Bologna mercoledì 29 ottobre, per l’anteprima del suo ultimo film, La danza della realtà (in collaborazione con Garabombo Arte in movimento), presentato nel 2013 al Festival di Cannes per la Quinzaine de Réalisateur e ora in uscita nelle sale italiane il 30 ottobre.
Alejandro Jodorowsky incontrerà il pubblico alla Sala Auditorium (Piazzetta Pasolini, 5/b) mercoledì 29 ottobre introducendo la proiezione delle ore 20.30 della Danza della realtà (il film sarà poi replicato alle ore 22.15 al Cinema Nosadella in via Ludovico Berti, 2/7, preceduto da una video-presentazione dello stesso Jodorowsky).
Nato in Cile nel 1929, figlio di padre ebreo-ucraino e madre argentina, Alejandro Jodorowsky si trasferì a Parigi, dove fondò con Fernando Arrabal e Roland Topor il gruppo Panico, ispirato al dio Pan, e sotteso da suggestioni esoteriche.
Si mosse poi verso il Messico, dove si dedicò al teatro e al fumetto: per sei anni firmerà una striscia quotidiana sul maggiore giornale messicano.
Il successo cinematografico arriverà nel 1970, con El Topo, e poi nel 1973 con La montagna sacra.
Sorta di autobiografia immaginaria, La danza della realtà riflette una filosofia d’autore secondo cui la realtà non è oggettiva, ma piuttosto una “danza” creata dalle nostre fantasie.
I vigili del fuoco che sfilavano per le strade, la vecchia biblioteca dove ha imparato a leggere e si è imbattuto per la prima volta nei tarocchi, la spiaggia dove era solito giocare e un circo: questi sono solo alcuni dei ricordi che segnano l’infanzia di Alejandro Jodorowsky, che per dieci anni ha vissuto a Tocopilla prima di trasferirsi a Santiago. È in questa cittadina che sono nati il suo amore e la sua dedizione al teatro, dopo tre eventi a cui assistette da bambino: la sepoltura di un pompiere, un attacco epilettico e il canto di un principe cinese. Ed è sempre a Tocopilla che Jodorowski capì che cosa fosse il surrealismo quando suo padre lanciò le sue uova fritte sulla testa di sua madre e queste finirono invece su un quadro orribile, con i tuorli che, finendo per sembrare due soli, gli diedero una prima rivelazione.
La danza della realtà è stato accolto con appassionato calore dalla critica internazionale: “L’opera di un anarchico di altissima disciplina, la cui arma principale contro l’autorità è la sua stessa immaginazione” (“New York Times”), “Il miglior film di Jodorowsky, e certamente, a compimento di una filmografia ribollente di iperboli e simbologie, un film che si riconcilia con l’idea di tessuto narrativo” (“Village Voice”).
