cover of Maria
June 17, 2025, 9:45 PM @ Arena Puccini - Parco DLF

Maria

(Germania-USA-Emirati Arabi Uniti-Italia-Cile/2024) di Pablo Larraín (124') | Arena Puccini

Maria

(Germania-USA-Emirati Arabi Uniti-Italia-Cile/2024) di Pablo Larraín (124')

Con: Angelina Jolie e Pierfrancesco Favino

 
Ormai al tramonto della sua carriera, Maria Callas passa le sue ultime giornate di vita girando per le strade di Parigi, ricordando il suo glorioso passato ed esercitandosi, vanamente, nel canto, dando così la possibilità di sbirciare dietro le quinte e osservare i pensieri e i timori della più celebre soprano del ‘900.
“Dopo Jackie Kennedy e Diana Spencer, Larraín ci offre un altro ritratto di donna alle prese con un destino che finisce per schiacciarla, quello di Maria Callas. E come nei due film precedenti tutto è circoscritto in un breve arco di tempo, qui l’ultima settimana di vita del soprano. Ad allargare lo sguardo ci pensa il peso dei ricordi – la madre che “vendeva” lei e la sorella ai nazisti che occupavano la Grecia, l’amore mai dimenticato per Aristotele Onassis – e naturalmente le arie che l’hanno resa celebre. Momenti che per Maria non sono puri e semplici ricordi (ambientati nei teatri di tutto il mondo, Scala compresa) ma tramite per scavare nei nodi di un’esistenza che sente sfuggirle. [...] [Offrendoci il ritratto di una donna che ha vissuto solo per la sua voce e che finisce per confondere la realtà con i ricordi (la bellissima scena al Trocadero), alla disperata ricerca di lenire le ferite che si porta dentro.]”
Paolo Mereghetti, iO Donna
“Il cinema di Larraín confonde i piani, mischia i registri dell’immagine e crea un tessuto visivo estremamente complesso che mira a creare, come sempre, un connubio inscindibile tra forma e contenuto. Maria Callas, cui il regista assegna il volto e il corpo di Angelina Jolie, ben poco somigliante nell’aspetto, ma con un’assonanza che potremmo definire spirituale, di diva decadente, piuttosto accentuata – e anche vagamente spietata – diventa dunque un’eroina tragica, destinata alla morte come la protagonista di un’opera e fusa talmente alla propria arte da non poterla disgiungere dalla vita reale.[...] A ogni momento della vita della Divina corrisponde infatti un’aria che parla, metaforicamente, dello stato d’animo di Maria in quel momento. E così opere come I puritani, Otello, Norma, La traviata, Tosca e tante altre (compresa la Carmen, anche se quello della protagonista è un ruolo da mezzo soprano) diventano il modo in cui viene raccontato il declino progressivo di un’icona troppo grande per sopravvivere a sé stessa e al mondo che le sta intorno.”
Lorenzo Rossi, Cineforum
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