La Cina è vicina
di M. Bellocchio (Italia/1967, 108’)
“Si potrebbe dire, paradossalmente, che rispetto al film la Cina è tanto più lontana per chi la crede vicina, tanto più vicina per chi la crede lontana. Non è una semplice boutade. Camillo, il giovane, scambia le proprie aspira-zioni personali, il proprio egocentrismo, le proprie fru-strazioni sessuali, con la rivoluzione, ed è in fondo un esteta della rivoluzione. Invece per Elena e Vittorio, per il loro attaccamento alla proprietà, per la loro vulnera-bilità sentimentale, per loro la Cina è veramente vicina, intendo per Cina non la nazione cinese geograficamen-te, ma in senso più lato ‘Cina’ come i nostri bisavoli dicevano ‘Quarantotto’, Cina come simbolo di qualcosa che spazzerà... come un vento dell’est che spazzerà via questa decrepitudine” (Marco Bellocchio).
