Cultura Bologna
20 luglio 2021, 21:45 @ Piazza Maggiore

Il mulino del Po

(Italia/1949) di Alberto Lattuada (107') | Ritrovati e restaurati

Introducono Isabella Rossellini, Alice Rohrwacher e JR. Prima del film, performance della Scuola Popolare di musica Ivan Illich.

Regia: Alberto Lattuada. Soggetto: dal romanzo omonimo di Riccardo Bacchelli. Sceneggiatura: Federico Fellini, Tullio Pinelli, dalla riduzione di Riccardo Bacchelli, Mario Bonfantini, Luigi Comencini, Alberto Lattuada, Carlo Musso, Sergio Romano. Fotografia: Aldo Tonti. Montaggio: Mario Bonotti. Musica: Ildebrando Pizzetti. Scenografia: Aldo Buzzi, Luigi Gervasi. Interpreti: Carla Del Poggio (Berta Scacerni), Jacques Sernas (Orbino Verginesi), Giulio Calì (Smarazzacucco), Anna Carena (Argìa), Giacomo Giuradei (Princivalle Scacerni), Mario Besesti (Clapassòn), Leda Gloria (Sniza), Nino Pavese (Raibolini), Isabella Riva (Cecilia Scacerni), Dina Sassoli (Susanna Verginesi). Produzione: Lux Film. Durata: 102’

Copia proveniente da Cineteca di Bologna per concessione di Cristaldi Film. Restaurato in 4K nel 2021 da Cineteca di Bologna in collaborazione con Cristaldi Film con il sostegno di MiC, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata

Scegliendo di focalizzarsi sull’episodio che racconta il contrastato amore tra Berta Scacerni e Orbino Verginesi (che occupa buona parte di Mondo vecchio sempre nuovo, la terza e ultima parte del fluviale romanzo di Bacchelli Il mulino del Po), Lattuada vuole in questo modo sottolineare la propria ambizione: fondere l’affresco storico e sociale con il melodramma passionale. Per farlo elimina lo sfondo fatalistico-provvidenziale che Bacchelli aveva mutuato da Manzoni e accentua invece la lettura della prima industrializzazione delle campagne (con lo scontro tra la modernità delle trebbiatrici e la vecchia tradizione contadina) e il nascente conflitto di classe con la nascita delle leghe socialiste. Ma lo alterna con la partecipe descrizione del mondo dei suoi protagonisti, i mugnai Scacerni e i contadini Verginesi, sottolineando di ognuno pregi e difetti, dedizione al lavoro e avidità, senso della famiglia e orgoglio.
In questo modo il film sa attribuire ad alcune figure una forma epica – la testarda determinazione di Cecilia, la madre di Berta, e l’irresponsabile irruenza di suo figlio Princivalle – e ad altre una dimensione romanzesca – i tormenti amorosi di Berta e Orbino, ma anche le folcloristiche figure di Smarazzacucco e Scantafrasca – capaci di inframezzare (e irrobustire) il flusso del racconto e le sue ambizioni storiche. Senza che mai l’uno o l’altro di questi elementi prenda il sopravvento. E quello che ai tempi veniva letto come un limite (la sapiente mise en cadre delle inquadrature, accusate di ‘calligrafismo’) oggi deve essere letta come la volontà di equilibrare l’affresco storico e il melodramma, capaci di mettere in risalto la fisicità dei corpi ma anche dei paesaggi (le straordinarie scene dei campi di grano, contesi tra le donne in sciopero e i soldati mandati a falciarli). Così da conferire al racconto “una valenza epica e morale che fa del Mulino del Po una delle punte più alte del cinema di Lattuada” (Adriano Aprà). Paolo Mereghetti

Precedono:

OMELIA CONTADINA
(Italia-Francia/2020) di Alice Rohrwacher e JR (10')
Regia: JR, Alice Rohrwacher. Sceneggiatura: Ales Jusifovski. Fotografia: Berto, Luca Bigazzi. Montaggio: Carlotta Cristiani. Musica: Banda G. Verdi di Castelgiorgio, Compagnia de la Panatella. Interpreti: Luciano Vergaro, Dario Sforza, Iris Pulvano, Emanuele La Barbera, Elisa Cortese, i contadini dell’Altopiano dell’Alfina. Produzione: Social Animals. Durata: 10’

Nell’autunno scorso, durante una passeggiata sul confine tra Umbria, Lazio e Toscana, raccontavo all’amico e artista JR le mie preoccupazioni sulla distruzione del paesaggio agrario, violato dal proliferare di monoculture intensive che stanno plasmando interi territori. Gli raccontavo, da figlia di un apicoltore, della grande moria di insetti che ne deriva, e delle lotte dei piccoli contadini che provano ad arginare questo fiume in piena di speculazioni, sussidi, pesticidi. A un certo punto ci siamo fermati a un crocevia: su tutti i fronti si dipartivano fino a raggiungere l’orizzonte file ininterrotte di noccioli. Mentre guardavamo ci siamo detti che sembrava un cimitero di guerra. Sulla via del ritorno abbiamo deciso: se sembra un cimitero, dobbiamo celebrare un funerale. Ma che sia un funerale pieno di vita! Così è nato il progetto dell’Omelia contadina: un’azione cinematografica con cui, attraverso il nostro lavoro, abbiamo voluto sostenere la lotta di piccoli agricoltori e cittadini dell’altopiano dell’Alfina. Un funerale, ma anche un inno di speranza dedicato a tutti coloro che giorno dopo giorno ci tengono in vita, producendo il nostro cibo.

Alice Rohrwacher

GREEN PORNO
(USA/2008) di Isabella Rossellini (5')
Regia: Jody Shapiro, Isabella Rossellini. Sceneggiatura: Isabella Rossellini. Fotografia: Sam Levy, Brian Jackson. Montaggio: Stacey Foster, Cynthia Madansky, Angelika Brudniak. Scenografia: Andy Byers, Rick Gilbert. Musica: Andy Byers, Zeena Parkins. Interprete: Isabella Rossellini. Produzione: Rick Gilbert, Jody Shapiro, Isabella Rossellini per Sundance Channel. Copia proveniente da SundanceTV. Durata: 5’

Il format è nato come iniziativa sperimentale del Sundance Channel per la creazione di contenuti da visualizzare su cellulare. E uno degli obiettivi del Sundance è quello di affrontare le questioni legate all’ambiente. […] Mi sono sempre interessata agli animali e al comportamento animale. Tra le cose che si leggono c’è la loro vita sessuale, la riproduzione, la cura dei piccoli, le abitudini alimentari, ecc. E il sesso interessa a tutti, così ho mi sono detta “perché no?”. Volevo far ridere, ma volevo anche che la gente dicesse “Ah però! Questo non lo sapevo”. Era il mio intervento green! Doveva rendere le persone consapevoli della vita animale. [… ] Abbiamo guardato un sacco di film su diversi cellulari, e quelli che rendevano meglio erano le animazioni, perché molto contrastate. […] Credo che a ispirarmi siano stati i film di Georges Méliès, sempre. Perché erano pura delizia, e mi emozionano ancora. Sono ingegnosi, ma fatti in casa. Volevo anch’io dare questa impressione […]. Per me è importante sapere dove vengono visti i film, su che tipo di schermo, così da poter compiere chiare scelte cinematografiche. Ma nei dispositivi mobili c’è una forma d’arte. È un nuovo supporto, non c’è dubbio.

Isabella Rossellini


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