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Comune di Bologna

Album "Il pendolo di Foucault"

In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore. 

Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.

Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.

Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).

L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.

I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

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prec succ tutti
J.K. Rowling, Harry Potter and the Philosopher's Stone (1997)
Contenuto inserito il 14 giu 2025 — Ultimo aggiornamento il 16 giu 2025

J.K. Rowling, Harry Potter and the Philosopher's Stone (1997)

Questa è la copertina di una ristampa della prima edizione inglese del primo libro della saga di Harry Potter. Possibile che anche lui abbia qualcosa a che fare con Il pendolo di Foucault? Per chiudere questa rassegna, vogliamo ragionare ancora una volta alla maniera dei “diabolici” interpretati da Belbo-Casaubon-Diotallevi. Dobbiamo quindi credere fino in fondo nel loro modo di leggere le cose: «a voler trovare connessioni se ne trovano sempre, dappertutto e tra tutto, il mondo esplode in una rete, in un vortice di parentele e tutto rimanda a tutto, tutto spiega tutto...» (cap. 85, p. 365). Questa volta porteremo il gioco all’estremo, tanto che arriveremo a citare, fra i documenti da prendere in considerazione, un post di Facebook. Ma andiamo per ordine.

Harry è un mago, immerso in un mondo di maghi, streghe, animali fantastici, oggetti meravigliosi e incantesimi. Se aggiungiamo il riferimento alchemico alla pietra filosofale presente nel titolo di questo primo volume, è ben chiaro che la distanza dal Pendolo non è impossibile da colmare, anzi. Infatti la saga del maghetto è stata letta in alcuni casi come «una copertura per veicolare messaggi subliminali di ogni tipo ai giovanissimi». Ormai è fatta, abbiamo citato il post di Facebook. Potete leggerlo interamente nella prossima immagine.

 

J.K. Rowling, Harry Potter and the philosopher's stone, London, Bloomsbury, 1997.

Collocazione: INFANTE K. 847 / 1

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