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Comune di Bologna

Album "Il pendolo di Foucault"

In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore. 

Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.

Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.

Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).

L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.

I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

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prec succ tutti
Iohannes Tritheim, Steganographia (1606)
Contenuto inserito il 10 giu 2025 — Ultimo aggiornamento il 17 giu 2025

Iohannes Tritheim, Steganographia (1606)

La Steganographia di Tritemio è il testo che offre al colonnello Ardenti la chiave per interpretare il presunto messggio dei Templari trovato a Provins:

 

«"Non è perspicuo," osservò Belbo.

"No, vero?" acconsentì con malizia il colonnello. "E ci avrei perso la vita sopra se un giorno, quasi per caso, non avessi trovato su una bancarella un libro su Tritemio e non mi fossero caduti gli occhi su uno dei suoi messaggi in cifra: `Patnersiel Qshurmy Delmuson Thafloyn....' Avevo trovato una traccia, e la seguii sino in fondo. Tritemio per me era uno sconosciuto, ma a Parigi ritrovai un'edizione della sua Steganographia, hoc est ars per occultam scripturam animi sui voluntatem absentibus aperiendi certa, Francoforte 1606. L'arte di aprire attraverso occulta scrittura il proprio animo alle persone lontane. Personaggio affascinante, questo Tritemio”» (cap. 19, p. 109).

 

Abbiamo già riferito che Eco inserisce nel romanzo le illustrazioni di due rotule di Tritemio, tratte dall’opera Clavis Steganographiae, che completa la Steganographia e permette di decifrare messaggi criptati. Lia, la fidanzata di Casaubon simbolo del buonsenso e della razionalità, nel capitolo 106 dà del messaggio di Provins un’interpretazione ben diversa, mostrando che si tratta di un semplice documento relativo ad alcuni commerci effettuati in quella cittadina.

 

Iohannes Tritheim, Steganographia, hoc est ars per occultam scripturam animi sui voluntatem absentibus aperiendi certa, Francoforte, Ioannis Berneri, 1606.

Collocazione: 11. dd. II. 18

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