
Album "Il pendolo di Foucault"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore.
Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Guillaume Postel, Absconditorum à constitutione mundi clavis (1646)
Nelle prossime immagini passeremo in rassegna alcuni degli autori che contribuirono maggiormente a stabilire e tramandare la tradizione ermetica e esoterica dei secoli XVI e XVII.
Guillaume Postel è uno degli autori più citati nel Pendolo e dei più saccheggiati per la costruzione del Piano. Il titolo della sua opera maggiore, La chiave delle cose nascoste, ne fa intuire il motivo: tratta infatti dei significati magici che stanno sotto la superficie delle cose e che possono essere colti solamente dagli iniziati. Gli schemi e le figure che si trovano nell’opera, pubblicata in prima edizione nel 1547, devono essere interpretati dopo averla letta e averne compreso la chiave segreta.
Guillaume Postel, Absconditorum à constitutione mundi clavis, Amsterdam, Jan Jansson, 1646.