
Album "Il pendolo di Foucault"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore.
Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Costantino Paglialunga, Alla scoperta della terra cava (2010)
L’interesse per il mondo sotterraneo permette di fare rientrare all’interno del Piano la teoria della terra cava, che in un colpo solo risolve due problemi. Innanzitutto spiega l’interesse dei “diabolici” per torri, menhir, cattedrali gotiche e altre costruzioni che si slanciano verso il cielo, che sono appunto conduttori per le correnti telluriche che si generano all’interno della cavità vuota che si trova sotto la crosta terrestre. Inoltre trascina dentro il Piano anche Hitler:
«“Mi compiaccio, Casaubon, nella sua innocenza ha avuto un'intuizione esatta. La vera, unica ossessione di Hitler erano le correnti sotterranee. Hitler aderiva alla teoria della terra cava, la Hohlweltlehre”» (cap. 100, p. 402).
Le diverse teorie sorte nei secoli relativamente alla forma della Terra - e quindi anche le tante che hanno ipotizzato che il nostro pianeta sia cavo (e, in alcuni casi, che noi ne abitiamo la parte interna) - sono oggetto di studio per Eco. Nel 2001 pubblica il breve saggio Dalla Terra piatta alla Terra cava nel catalogo della mostra Segni e sogni della terra: il disegno del mondo dal mito di Atlante alla geografia delle reti (p. 15-22). In conclusione a questo scritto Eco mostra che la teoria della terra cava è tutt’altro che scomparsa. Cita infatti il sito Our Hollow Earth, che nella grafica non sembra essersi rinnovato da quel lontano 2001, ma risulta ancora attivo se è vero che chi lo gestisce il 21 febbraio 2025 ha inviato un messaggio al presidente U.S.A. Donald Trump.
Questo libro risale invece al 2010. La quarta di copertina ipotizza che Ettore Majorana sia scomparso al centro della Terra. Un altro libro che Belbo avrebbe senza dubbio indirizzato verso la Manuzio.
Costantino Paglialunga, Alla scoperta della terra cava. Eldorado, Agartha, Shamballah. Quali storie e quante realtà si nascondono all'interno del nostro pianeta, Nuova ed. aggiornata, Cesena, Macro, 2010.