
Album "Il pendolo di Foucault"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore.
Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Athanasius Kircher, Mundus subterraneus. Tomus secundus (1665)
Il personaggio del romanzo maggiormente affascinato e attratto dal mondo del sottosuolo è il tassidermista Salon. Durante la visita al suo laboratorio-antro Casaubon, fra le molte meraviglie animali, ne incontra anche una bibliografica:
«Mi scossi, perché Salon stava parlando, e traeva una strana creatura da uno dei suoi scaffali. Sarà stata lunga una trentina di centimetri ed era certamente un drago, un rettile dalle grandi ali nere e membranose, con una cresta di gallo e le fauci spalancate irte di minuscoli denti a sega. “Bello vero? Una mia composizione. Ho usato una salamandra, un pipistrello, le scaglie di un serpente... Un drago del sottosuolo. Mi sono ispirato a questo...” Mi mostrò su un altro tavolo un grosso volume in folio, dalla rilegatura di pergamena antica, con lacci di cuoio. “Mi è costato un occhio della testa, non sono un bibliofilo, ma questo volevo averlo. È il Mundus Subterraneus di Athanasius Kircher, prima edizione, 1665. Ecco il dragone. Uguale, non le pare? Vive negli anfratti dei vulcani, diceva quel buon gesuita, che sapeva tutto, del noto, dell'ignoto e dell'inesistente...”» (cap. 78, p. 348).
In realtà la descrizione che viene data di questo Frankestein animale non assomiglia con precisione né al gallo con coda di serpente che vediamo in questa immagine, né agli altri esemplari illustrati nel paragrafo De Draconibus Subterraneis del volume di Kircher.
Athanasius Kircher, Mundus subterraneus in XII libros digestus. Tomus primus, Johannes Janssonius van Waesberge <1.> & Elizaeus Weyerstraten <1.>, 1665.