
Album "Il pendolo di Foucault"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del secondo romanzo di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault (Bompiani, 1988), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore.
Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non c’è quindi nessuna pretesa di una presentazione esaustiva dei molti argomenti e dei molti materiali che il romanzo potrebbe suggerire, ma la volontà di compiere una scelta sulla base di motivazioni anche episodiche e dettate dall’interesse dei lettori e dalle discussioni che il gruppo di lettura ha sostenuto negli incontri precedenti.
Consci di non incarnare il Lettore Modello presupposto dal testo, del testo faremo un uso specifico piuttosto che darne un’interpretazione, secondo la distinzione posta dallo stesso autore in Lector in fabula (paragrafo 3.4, Uso e interpretazione, p. 59-60).
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1988 dall’editore Bompiani. De Il pendolo di Foucault sono comunque sempre indicati anche i capitoli da cui sono tratte le citazioni, per facilitarne l’individuazione in altre edizioni.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Aleister Crowley, Trattato di astrologia magica (1993)
Non ci sono dubbi: la scelta di un attore di nome Alastair non può che essere un riferimento a Aleister Crowley, forse il più famoso esoterista della prima metà del XX secolo, «che fu definito l’uomo più perverso di tutti i tempi» (cap. 7, p. 48), del quale Eco cita un rituale all’inizio del capitolo 46. Colui che, pur morto nel 1947, divenne una leggenda all’interno della controcultura americana degli anni Sessanta e Settanta.
Agliè, naturalmente, lo ha conosciuto, e lo giudica un impostore, uno «che evocava i demoni per ottenere le grazie di alcuni gentiluomini» (cap. 47, p. 227).
Crowley non scrive un trattato di astrologia - e cosa pensi Eco degli astrologi lo abbiamo letto in precedenza - ma addirittura di astrologia magica.
Da Harry Potter a Aleister Crowley, da Eco alla Chiave Orgonica, passando attraverso Facebook e Il pendolo di Foucault: si poteva sperare di meglio per chiudere in bellezza?
Aleister Crowley, Trattato di astrologia magica, Genova, ECIG, 1993.