2 agosto 2014, 21:00

Forty Winks e Legless

Come da tradizione, il Bolognetti Rocks chiude la propria stagione con il concerto degli amatissimi Forty Winks.

Nati a Bologna come progetto punk rock nel 1998, i Forty Winks (Sandro Amabili - voce/chitarra, Andrea Cristallini - chitarra/synth/piano, Roberto Muzzioli - basso, Francesco Salomone - batteria) nel giro di poco tempo impostano un proprio stile nel panorama italiano e sono tra i primi ad aprirsi una strada verso l'estero. Il loro album d'esordio To the Lonely Hearts (Trashed Records) esce nel 2001 e viene ristampato lo stesso anno negli USA (End Records), dove la rivista di culto Alternative Press li annovera tra i 25 migliori gruppi europei insieme ad Hives ed Hellacopters.

Trascorrono il 2002 suonando in giro per l'Europa. Nel 2003 sono in tour, prima da una costa all'altra degli Stati Uniti per più di trenta date, quindi a Tokyo per una settimana di festival. Lo stesso anno esce per Wynona Records l'EP Sweet Sweet Frenzy, che viene presentato a numerosi festival internazionali. Dai tempi del liceo le sonorità sono cambiate, ma è ancora la potenza delle chitarre e un ritmo incalzante a distinguerli. A marzo 2004 aprono l'unica data italiana del tour dei Blink 182, e a settembre salgono sul main stage dell'Independent Days Festival con Sonic Youth, Franz Ferdinand e Velvet Revolver. Alla fine dell'anno vengono premiati al M.E.I. come migliore punk band all'estero.

Il loro album Forty Winks (2005, Wynona Records) frutta alla band un'edizione giapponese (Highlights, Angelina Records/CR Japan) e il ritorno nel Sol Levante, questa volta per un tour sold out con le celebrità locali Brahman. Se i membri della band non sono mai cambiati, quest'album omonimo vuole segnare un secondo inizio: le musiche si arricchiscono di un sintetizzatore e il cantato si fa maturo e personale. Continua l'intensa attività di concerti che li vede tra l'altro attraversare l'Est Europa fino a Mosca, oltre a un notevole riconoscimento in patria. È di questo periodo il supporto a band come Queens of the Stone Age, Presidents of USA e Juliette and the Licks.

Nel 2007 affiancano ai concerti il lavoro per il nuovo album. Si tratta di una lunga sessione di registrazioni, elaborata e spesso completamente sovvertita, alla ricerca di una nuova espressione. All'inizio del 2010 si aggiunge alla band un quinto membro, Riccardo Orlandi (già The Rituals / Hell Demonio, Tannen Records). A luglio entrano in studio.

Con alle spalle tre dischi e un migliaio concerti, a febbraio 2011 tornano con il nuovo album Bow Wow (Unhip Records). Le chitarre non sono più regine incontrastate e al sintetizzatore si aggiungono un piano elettrico e l'organo. Il disco, che in alcuni momenti si avvicina al rock di Elvis Costello e in altri alla durezza degli Helmet, si è lasciato contaminare dal noise e dall'hip hop, e non si nega l'influenza dell'elettronica o l'ironia del primo David Bowie.

Senza dubbio Bow Wow è un disco eclettico. In esso è racchiusa l'esperienza decennale di una band da sempre refrattaria ai generi e lontana dalle mode, che ha fatto di questa libertà il proprio marchio distintivo.