Cultura Bologna
copertina di Wonder: White Bird
23 agosto 2024, 21:30 @ Arena Puccini

Wonder: White Bird

(White Bird: A Wonder Story, USA/2024) di Marc Forster (120')

1942. Sara ha quindici anni e vive in Alsazia, cioè nella Francia non occupata. La presenza tedesca si fa però progressivamente sempre più forte e iniziano i rastrellamenti. Verrà salvata dalla famiglia di Julien, un ragazzo affetto da poliomielite, che lei prima teneva a distanza. Tra i due nasce una forte amicizia che si svilupperà nel corso del lungo periodo in cui dovrà restare nascosta.

“Wonder - White Bird è un racconto nel racconto che trova lo spunto in una vicenda dei giorni nostri per riportarci all’epoca della Seconda guerra mondiale, nella Francia occupata dai nazisti e vessata dalla persecuzione contro gli ebrei. Ma questa volta non si tratta solo di una delle terribili storie sull’Olocausto, il film trae spunto dal parallelismo e dall’intreccio tra un pesante passato e un presente purtroppo assai ordinario per testimoniare un concetto tanto semplice quanto essenziale: la necessità di avere coraggio per esercitare la gentilezza ad ogni costo.”

Vania Amitrano, Ciak Magazine

“Una favolona-ona-ona, dunque, attraversata dal dramma. Marc Forster, 54 anni, è il regista del Cacciatore di aquiloni (2007) dal libro di Khaled Hosseini, di Quantum of Solace (2008), di Ritorno nel bosco dei 100 acri dalla saga di Winnie the Pooh (2018). Conosce bene la materia e la sviluppa con coscienza, senza eccedere nei luoghi comuni e nei dettagli mielosi.
La voce narrante di Helen Mirren aiuta il racconto a sciogliersi in un tableau di amore e mistero scandito dai rumori e dai colori del bosco, in cui entrano i lupi giustizieri e l’uccellino bianco del titolo, simbolo di una libertà perduta e da riconquistare.
Forster insiste su temi importanti come tolleranza, accoglienza, inclusione, rispetto per la natura e per sé stessi, applicandoli alla dinamica del passaggio dall’adolescenza alla maturità.
Usa però un linguaggio retrò e uno stile melodrammatico.”

Paolo Baldini, Corriere della Sera