Una giornata particolare
(Italia/1977) di Ettore Scola (106')
All’inizio avrei voluto fare un film su questi due personaggi nel contesto di oggi, la donna e l’omosessuale, la storia di due solitudini che si incontrano, ma mi è sembrato più utile collocarla su uno sfondo storico definito come quello del fascismo, per mostrare l’aberrazione di quest’isolamento oltre i dati psicologici, per farne una storia il più possibile esemplare. [...] Nella scelta della ‘giornata’ ha influito certamente il ricordo che io ne ho, perché c’ero anch’io alla via dei Fori, anch’io, vestito da ‘figlio della lupa’! Sono molto contento di questo film, lo considero uno dei miei migliori, e credo anche di dovergli il mio successo critico all’estero, anche se in parte era già cominciato. [...] Girammo con un filtro speciale. E quindi decolorammo ancora in stampa. Insomma fu una sottrazione progressiva dei colori, fino quasi a farli scomparire, a farli diventare bianco e nero. Una volta arrivati a questo punto, si cominciarono ad aggiungere i colori per fare risaltare magari in tutta una scena soltanto un rosa in qualche punto. E questo non fu soltanto per fare somigliare maggiormente la fotografia ai pezzi di documentario con cui avevo aperto il film, ma anche perché i ricordi miei della casa in cui abitavo a piazza Vittorio a quell’epoca sono in quella tonalità. Il colore della Roma di quei tempi che adesso è diventato questa tinta ocra, nel mio ricordo è un non colore, neanche tanto grigio ma un po’ chiuso, un po’ spesso, come quello di una nebbia dentro le stanze, che poi al film è servito come lieve simbolo – anche se io i simbolismi li amo poco – di chiusura, di prigione; anche lì di esclusione.
Ettore Scola
Con Ettore Scola ho fatto sei o sette film. Mi piace Ettore. Ha humour, è intelligente, è tranchant, spesso; è simpatico. Con lui si può esprimere una piccola idea: se è valida, l’accetta. Insomma con Scola c’è un lavoro di collaborazione. In Una giornata particolare, mi ricordo, c’era una telefonata molto delicata che io, nel ruolo di un omosessuale, facevo evidentemente al mio amico. “Ettore”, gli dissi, “il pudore mi suggerisce di fare questa scena tutta di schiena. Vieni dietro la mia nuca, con la macchina da presa, perché le cose che dico non siano violente, non arrivino allo spettatore in maniera sgradevole”. Scola fu d’accordo. Ed è uno dei momenti più belli del film. Sempre nella Giornata particolare, Ettore mi chiese se ricordavo una canzone della mia adolescenza. Me ne ricordai una che sentivo a casa di mia zia, che aveva tre figlie, quando la domenica ballavamo: “Belle bimbe innamorate – Le arance comprate – Hanno un magico sapore – Un profumo d’amore”. È con questa musichetta che nel film mostro a Sophia Loren una certa danza. Per me, Una giornata particolare resta un esempio di cinema veramente straordinario, semplice, netto. Vogliamo osare? Un capolavoro.
Marcello Mastroianni