Cultura Bologna
copertina di Biasanòt. Storie di notti bolognesi, di musicisti, giornalisti e altri sciagurati di una città che non andava mai a letto
12 luglio 2023, 21:45 @ Piazza Maggiore

Biasanòt. Storie di notti bolognesi, di musicisti, giornalisti e altri sciagurati di una città che non andava mai a letto

(Italia/2023) di Paolo Muran (70')

Sono molti anni io e Giorgio Comaschi saltuariamente diventiamo compagni di gioco fantasticando qualche idea da realizzare cinematograficamente. L’idea è nata grazie a Celso Valli che ci ha parlato del periodo in cui lui da bambino, nell’immediato dopoguerra, seguiva suo padre allora direttore d’orchestra all’aperitivo di mezzogiorno prima al Bar Modernissimo poi nel tempo negli altri bar di Via Indipendenza. Erano il ritrovo abituale dei musicisti ed erano anche i luoghi dove si formavano le orchestre che suonavano nei vari locali notturni facendo nascere il mito dei Biasanot che in dialetto bolognese vuol dire ”masticare la notte” e da quel momento inevitabilmente affibbiato a tutti coloro che amano ‘tirare tardi’. All’inizio grazie a Celso abbiamo rintracciato e intervistato i grandi musicisti che hanno frequentato quel periodo e poi grazie a Jimmy Villotti che è un esilarante ‘portatore sano’ di aneddoti del periodo, a Gianni Morandi a Francesco Guccini a Pupi Avati ma anche a non musicisti come Italo Cucci e Giorgio Bonaga siamo riusciti a mettere a fuoco quel periodo della nostra città. Il repertorio di immagini trovato negli archivi della Cineteca di Bologna (foto e film), di Home Movies di Pierrot e La Rosa e le fotografie messe a disposizioni da Minerva edizioni hanno in maniera efficace accompagnato quello che secondo me è la particolarità di questo film: la maniera di parlare degli intervistati che adoperano una lingua italiana efficace e particolare perché è alimentata dalle braci ancora vive del dialetto bolognese conosciuto.
In fondo che cosa faceva nascere in quel periodo la voglia di “tirar tardi” se non il desiderio di raccontare di farsi raccontare, di ascoltare, di confrontarsi. Jazzisti della parola e del racconto: questo sono i protagonisti del nostro film. Poi c’è il fascino della notte, quando soprattutto in giovane età sei disposto, sempre e comunque, a darle fiducia, perché sai di preciso che nella notte tutto può accadere. Anche nulla.
Paolo Muran

A seguire
LE NOTTI DEL MELODRAMMA (Italia/1963)
Regia: Renzo Renzi. Fotografia: Carlo Ventimiglia. Produzione: Giovanna Piani. Durata: 23’. Copia proveniente da Rai
Critico cinematografico, scrittore, divulgatore e organizzatore culturale (fu tra i fondatori della Cineteca di Bologna), Renzo Renzi è stato anche regista di alcuni cortometraggi. Le notti del melodramma illustra le riunioni degli appassionati di musica a Bologna. Vecchi che cercano con un filo di voce di emulare le glorie passate del canto. I giovani che sperano in un colpo di fortuna, nel farsi sentire da probabili impresari.
Quella di trovarsi a cantare pezzi d’opera nelle bettole e nelle trattorie è un’antica tradizione bolognese. Fin dagli inizi del secolo fiorirono, in locali del centro o della periferia, società popolari costituite da amanti del bel canto, in vena di sfogarsi liberamente, tra un bicchiere di vino e una mangiata di tagliatelle. Letterati e disegnatori ebbero frequenti contatti con simili compagnie. […] Forse, in simili locali è possibile scoprire qualche modo in cui vive, ancora oggi, la passione per il melodramma.
Renzo Renzi