ALEXIS. Una tragedia greca
con Silvia Calderoni, Vladimir Aleksic, Massimiliano Rassu, Alexandra Sarantopoulou
“Nell’agosto 2010 - è il racconto di Motus - siamo stati in Grecia per rintracciare testimonianze dirette sull’uccisione, da parte di un poliziotto, del quindicenne Alexandros-Andreas Grigoropoulos (Alexis), avvenuta durante il nostro primo workshop di studio sull’Antigone: un "Polinice" con la maglietta dei Sex Pistols... Questo accadimento ci ha sospinto a muovere il progetto-Antigone sempre più dichiaratamente sul tema delle rivolte del contemporaneo.
Alexis è stato ucciso il 6 dicembre 2008 da una pallottola al petto dall’agente 37enne Epaminondas Korkoneas, che poi è fuggito abbandonandolo sul selciato. L’episodio, per quanto sanguinoso e violento, appare quasi epifenomenico: é la miccia che provoca un’esplosione a catena, la morte di Alexis ha spinto molti altri adolescenti come lui a scendere nelle strade, ma non solo, alle proteste si sono uniti esponenti di tutte le fasce sociali greche, scatenando un’insurrezione popolare senza precedenti.
Siamo partiti dalla Tebe di oggi, verso Atene... alla luce della geografia mutata e stravolta dalla crisi: un’immersione nel tragico che attanaglia questo paese così vicino per storie e tensioni all’Italia, ma che se ne distanzia per l’energia rivoltosa che lo abita. Siamo stati sul luogo di questa morte a distanza di più di un anno dai fatti, quando l'evento è stato completamente dimenticato dalla stampa macina-tutto, quando non si parla più di quello che è accaduto in quei giorni, perché tutto il progetto "Syrma Antigónes" riflette sul "Too late", sull’essere presenti troppo tardi: ma è davvero troppo tardi? Quale azione possibile? Fare teatro in connessione alle oscillazioni del reale è fiondarsi nella velocità dell’accadere per mettersi all’ascolto. Il fuori fugge il tempo e lo spazio teatrale come un animale selvatico e va inseguito, a rischio di smarrire la strada. L’esperienza del perdersi fa bene: riattiva la percezione e il flusso cardiaco, “squilibra la ferma immagine del mondo”.
Il palco diviene luogo di una presenza corale, commovente, che agisce un testo polifonico e stratificato, dalla natura ibrida e fulminea: dialoghi, interviste, riflessioni solitarie, tentativi di traduzione dal greco, all’inglese e all’italiano, frammenti audio e video dalla rete, descrizioni di atmosfere e paesaggi, dichiarazioni politiche e testimonianze che abbiamo raccolto a Exarchia, per strada, nei centri sociali, nei caffè, fra gli artisti… La velocità di queste trasformazioni non ha cessato di cozzare contro il nostro corpo di artisti ponendoci in continua discussione rispetto al lavoro stesso. È una ricerca documentaria e poetica al tempo stesso, che vogliamo capace di cogliere i molteplici volti di questa Grecia, come dei moltissimi territori che ora reagiscono alla frustrazione dell’infinito presente. E questo gettarsi a capofitto nella realtà echeggia il “vivere nelle cose” di pasoliniana memoria, che abbiamo posto a titolo del nostro ultimo libro, ben consapevoli che non è una scelta facile e non può servire solo a mettersi “la coscienza a posto”... É e deve essere un impegno, una forma di responsabilità civile e, per noi, anche una risposta alla lettera inviata dagli amici di Alexis ai giornali”.
Dove sono i genitori? Dove sono gli artisti? Perché non escono fuori?
Non siamo terroristi, non siamo i soliti incappucciati, senza volto…
Siamo i vostri figli. Questi conosciuti-sconosciuti… Aiutateci.
P.S. Non gettateci altri lacrimogeni. Noi stiamo già piangendo.
(Dalla lettera degli amici di Alexis)
ALEXIS. Una tragedia greca
ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni, Vladimir Aleksic, Massimiliano Rassu, Alexandra Sarantopoulou
drammaturgia Daniela Nicolò
luci e scena Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
fonica Andrea Gallo
direzione tecnica Valeria Foti
produzione Motus, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Espace Malraux - Scéne Nationale de Chambéry et de la Savoie - CARTA BIANCA, programme Alcotra coopération France-Italie, Théâtre National de Bretagne/Rennes e il Festival delle Colline Torinesi
con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna, MiBACT