Capricci
(Italia/1969) di Carmelo Bene (89')
Il Sessantotto è appena passato e il vento dell'est porta Anne Wiazemsky in Italia. La giovane attrice plana su un cinema d'autore che risuona di echi godardiani: anche un fuoriclasse dell'avanguardia come Carmelo Bene, per dar seguito (dopo Nostra Signora dei Turchi) alla riflessione sul sublime e il kitsch, l'erotismo e la morte, mette in scena una lunga serie di incidenti d'auto prodotti da volontà suicida, ironico richiamo a Week-end. Dipanare i fili dell'intreccio culturale è operazione ostica e divertente: Anne si chiama Manon e Carmelo è il suo DesGrieux, il titolo del film doveva essere La Bohème, quando infine lei muore lui compone il corpo come nel Capriccio goyesco Porque fue sensible. (pcris)
Copia proveniente da CSC - Cineteca Nazionale
Biglietto ridotto con Card Musei Metropolitani di Bologna